Sarà a Taranto Giorgia Meloni, senza passare da Taranto, molto probabilmente il prossimo 9 giugno. Preferirà Bruno Vespa a Rinaldo Melucci. La pizzica all’Accordo di programma, la frisa salentina ai Giochi del Mediterraneo. Fenomenologia della masseria
Venire a Taranto senza passare da Taranto rappresenta la nuova opzione geopolitica dell’italico – e sedicente – potere. Lo spazio di un tempo andato che preferiva prima i Palazzi e dopo le masserie. Prima l’impegno e dopo il divertimento. Prima gli incontri ufficiali e dopo, sempre un secondo dopo, le cerimonie ufficiose consumate tra pochi intimi. Esclusi dalla via della seta, ci ritroviamo a dover fare i conti con la via dei meloni. Ogni popolo, alla fine, si merita la propria rappresentanza e i frutti intimi del suo agire collettivo. Politici, economisti, presidenti di Confindustria, premier, tutti indistintamente preferiscono ormai il cazzeggio al protocollo istituzionale, i muretti a secco al ponte girevole, la frisa salentina alla compostezza governativa, l’incontro con Bruno Vespa alla conversazione con Melucci. Un bicchiere di primitivo vale un centinaio di libri letti. Credo lo dicesse Ermanno Olmi nel suo film “Centochiodi”. Meloni sarà in questi luoghi, secondo nostre fonti, il prossimo 9 giugno. Renderà visita al vespone nazionale senza farsi vedere dalle parti di Palazzo di Città. S’interesserà di pizzica in luogo di Accordo di Programma e Giochi del Mediterraneo. E’ la destra al potere, bellezza! Uguale alla sinistra. L’egemonia culturale in fondo si costruisce anche così. Con la via dei meloni che solitamente maturano in estate.