venerdì 18 Ottobre 24

Taranto, asili nido: continua la protesta dei genitori

“Dal sindaco solo slogan, ma ancora nessuna risposta. Non non ci fermeremo”, dichiarano alcune delle mamme che hanno chiesto un incontro a Melucci per parlare dell’aumento delle rette mensili

Non si ferma la protesta di tanti genitori tarantini che, a seguito della pubblicazione delle domande di iscrizione agli asili nido comunali per l’anno educativo 2023/2024 da parte del Comune di Taranto, hanno constatato con amaro stupore un aumento delle rette mensili definito dal Gruppo Nazionale Nidi d’Infanzia “da capogiro” e “ingiustificato”.

Dopo lo sbigottimento iniziale, tuttavia, molte famiglie hanno deciso di prendere in mano la situazione, indirizzando una lettera aperta al sindaco Rinaldo Melucci, all’assessore alla Pubblica Istruzione, Maria Luppino, alla dirigente dei Servizi educativi, università e politiche giovanili, Erminia Irianni e al funzionario Stefano Argento, nonchè al consigliere comunale con delega alle Politiche Giovanili, Antonio Lenti.

A distanza di una settimana dall’invio della missiva, rilanciata anche dalla stampa locale, abbiamo intervistato alcune delle mamme firmatarie per capire quali sono stati gli sviluppi della vicenda.

Vogliamo riassumere i punti salienti della lettera che avete indirizzato a Melucci?

In questa lettera aperta al sindaco e alle competenze del settore abbiamo voluto esprimere la nostra visione degli asili nido comunali, quali opportunità per tutte le bambine e i bambini della fascia 0-3 anni di Taranto, che vivono già una carenza di presìdi culturali e di spazi a loro misura; per questo, riteniamo che un aumento così elevato delle rette mensili costituisca un grave attentato nei confronti di quello che è sempre stato un fiore all’occhiello dei servizi comunali tarantini.

Inoltre, il nuovo regolamento taglia la partecipazione delle famiglie: infatti è stato eliminato il ruolo dei presidenti dei Comitati di gestione, che devono essere presenti alle graduatorie.

Il Gruppo Nazionale Nidi d’Infanzia ha ritenuto “ingiustificato” l’aumento delle rette mensili dei nidi comunali tarantini, ricordando che oltre alle risorse del PNRR, da usare per poter riqualificare o costruire ex novo altre strutture, esistono fondi specifici per la Puglia, che deve colmare un gap importante rispetto alla media nazionale proprio a proposito dei servizi per la fascia 0-3 anni. In più, l’allineamento alle altre città di cui parlava il sindaco Melucci riguarda, al momento, solo i costi: la fascia di copertura del servizio offerto, allo stato attuale, riguarda solo la mattina.

Facendo una ricerca sui bandi di altri Comuni della Puglia abbiamo potuto riscontrare che nella stragrande maggioranza dei casi la fascia pomeridiana è coperta dal servizio; ci è stato detto che l’attivazione del servizio per il pomeriggio è in fase di valutazione, ma sappiamo bene che una famiglia ha bisogno di certezze al momento della pre-iscrizione, quantomeno per capire come organizzarsi con gli orari di lavoro ed eventuali baby sitter che intervengano nel pomeriggio (con un costo aggiuntivo non indifferente). Esistono, inoltre, anche Comuni “brillanti”, che garantiscono gratuità a famiglie con gravi disagi economici.

Abbiamo, in precedenza, rilevato la correlazione tra denatalità e disoccupazione femminile, due fenomeni che colpiscono Taranto in modo particolare, come hanno rilevato le statistiche Istat e le classifiche de Il Sole 24 Ore sulla Qualità della vita: nelle città con più nuovi nati, infatti, ci sono più donne che lavorano e maggiori sostegni alle famiglie. Quasi sempre, purtroppo, è la donna che soccombe a livello occupazionale quando non è possibile trovare una soluzione adeguata che permetta di conciliare famiglia e lavoro; a proposito di questo, avete notizia di famiglie che stanno rinunciando ad iscrivere i propri figli al nido comunale per il prossimo anno?

Ovviamente sì. Molte famiglie di nostra conoscenza sono letteralmente spaventate dall’aumento delle rette mensili ma anche dall’incertezza sulla fascia oraria; l’attuale orario limite delle 14:30, infatti, non coincide quasi mai con i turni di coloro che lavorano, creando ulteriori disagi.

In campagna elettorale è facile parlare di “politiche di genere”, ma se i fatti sono questi allora l’aumento della disoccupazione femminile e la denatalità sono più che spiegabili in una città come la nostra.

Una donna può tornare nel mondo del lavoro dopo una gravidanza solo se ha alle spalle un welfare che la sostiene concretamente, insieme al suo nucleo familiare; questi orari non permettono certamente di gestire un lavoro full time.

I nidi comunali, inoltre, vogliamo ribadirlo, fanno parte di quei presìdi educativi irrinunciabili per una città.

Avete ricevuto risposta dall’amministrazione comunale? Quali saranno i vostri prossimi passi?

Al momento non abbiamo ottenuto alcuna risposta.

Sicuramente non ci fermeremo qui: vogliamo essere ricevuti dal sindaco e dalle figure di competenza del settore educativo, pertanto inoltreremo nuovamente una PEC all’amministrazione.

Infine, vogliamo unirci a tutte le realtà che hanno mostrato sensibilità nei confronti di questa vicenda, per cercare soluzioni condivise.

Insomma, al momento sembra che provare a risolvere concretamente la denatalità e la disoccupazione femminile che affliggono Taranto, al di là degli slogan propagandistici, non rientri tra le priorità dell’amministrazione Melucci.

Continueremo a porre all’attenzione pubblica questa vicenda, nella speranza che il Comune possa venire incontro alle esigenze delle famiglie della nostra città.

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