venerdì 18 Ottobre 24

Ex Ilva, scaduti i tempi per l’AIA: Marescotti: “Il sindaco tace”

Peacelink: “Se l’Autorizzazione Integrata Ambientale viene rinnovata lo stabilimento ha il permesso di produrre fino al 2035”

I tempi delle prescrizioni imposte alla ex Ilva di Taranto dieci anni fa non hanno avuto attuazione. Dopo il sequestro degli impianti dello stabilimento predisposto dalla magistratura dell’area a caldo del siderurgico nulla sembra essere cambiato. Scaduta l’Aia , l’Autorizzazione Integrata Ambientale, non si rilevano reazioni da parte delle istituzioni e del sindaco Melucci. Se dovesse essere rinnovata lo stabilimento avrebbe la possibilità di produrre fino al 2035 malgrado i contraccolpi ambientali e sanitari ancora irrisolti.

“Il sindaco di Taranto ha scritto il 13 luglio scorso al ministro dell’Ambiente elencando una serie di considerazioni condivisibili concludendosi con la richiesta di un accordo di programma.- ha chiarito in una nota il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti- Ma la richiesta di un accordo di programma non vale nulla se non viene cambiata l’AIA. E’ solo attraverso l’AIA che si può autorizzare o vietare. L’accordo di programma serve a ricollocare i lavoratori in sovrannumero una volta fermati gli impianti posti sotto sequestro dalla magistratura, esattamente come accadde a Genova. Pertanto attendiamo ancora di leggere le proposte di prescrizione all’AIA che il Sindaco di Taranto intende portare nella conferenza dei servizi, ossia la conferenza che servirà a discutere il documento finale, ossia il testo contenente tutte le prescrizioni dell’autorizzazione a produrre. Il testo del documento finale – aggiunge Marescotti – viene scritto dal Ministero dell’Ambiente ma se non si svolge un’azione efficace e bene argomentata di controbilanciamento, con il sostegno della popolazione e degli organi tecnico-scientifici, si lascia campo libero al laissez-faire”.

In tutto 15 i decreti salva Ilva in questi anni che dal 2012 si sono susseguiti per garantire la continuità produttiva a dispetto delle numerose denunce di sforamenti nella concentrazione di inquinanti.

“Per quanto riguarda il Presidente della Regione, occorre ricordare che non ha ancora aggiornato lo studio epidemiologico Forastiere, – precisa l’ambientalista – come pure aveva promesso. I dati del precedente aggiornamento furono presentati nel 2016. Dall’aggiornamento dello studio epidemiologico potremmo sapere quanti danni alla salute hanno causato i decreti salva ILVA e le continue proroghe all’AIA. E avremmo altro materiale per valutare l’impatto sanitario delle emissioni dell’ILVA nel tempo”.

“Pochi sanno – conclude – che questa AIA ha valenza non solo di rinnovo ma anche di riesame e che il riesame può prevedere norme più restrittive (a tutela della salute) ma anche norme più permissive. Acciaierie d’Italia infatti ha richiesto un incremento nella produzione ha chiesto di poter produrre di più e di incrementare gli sforamenti di carbon coke, il che conferma che non è prevista alcuna decarbonizzazione. Gli impianti che producono con il carbone non vanno più autorizzati dall’AIA”.

Articoli Correlati