L’indagine dell’Istat ci offre un preoccupante dato: nell’ultimo anno, il 60% degli italiani non ha letto neanche un libro. In compenso, però, siamo i primi in Europa per la visione di programmi come il Grande Fratello e L’Isola dei famosi. Si rilegga cosa scriveva Orazio nel secondo testo dell’Epistole
“Noi Italia 2023”, il titolo dell’ultima indagine prodotta dell’Istat, ci racconta molto di cosa siamo diventati. E del perché sia in atto da diverso tempo una deriva, un’involuzione progressiva al di qua delle Alpi. Un popolo semianalfabeta, così ci dipinge l’Istituto nazionale di studi statistici. Con il prefisso “semi” regalato più per quel che resta – e resiste – dell’amor patrio che per una reale e veritiera disamina dell’esistente.
Il 60% degli italiani non legge neanche un libro all’anno. Si tratta del dato più preoccupante tra tutti i Paesi dell’area UE, il peggiore degli ultimi venticinque anni. In compenso, però, guardiamo l’Isola dei famosi e il Grande Fratello più di chiunque altro nel Vecchio Continente. Ha ragione Galli della Loggia quando scrive che noi italiani siamo dei sudamericani geolocalizzati più a Nord. Come gli argentini, alla stregua dei venezuelani, con le movenze di un colombiano, viviamo e ci comportiamo come se fossimo gli attori non protagonisti di una grande soap opera collettiva. Né più né meno insomma che dei guardoni interessati alle vite altrui, perché poco attratti ormai dalla propria di esistenza. Una desolazione senza fine, roba da richiedere all’istante un trattamento sanitario obbligatorio.
Tornando alla lettura, questa eterna sconosciuta delle nostre vite grame, mai la curva dei libri sfogliati almeno una volta in un anno solare era scesa così in basso. In compenso (si fa per dire) il confronto con l’altra curva di questa storia che non contempla rettilinei, quelle dei libri pubblicati ogni anno, supera il numero degli ottantamila titoli. Guardoni e grafomani al tempo stesso, verrebbe da sentenziare. Sotto il vestito, pardon sotto la copertina, niente. Il Paese dei festival concernenti i libri, con la Puglia che detiene un tronfio primato sull’argomento, non legge. Non s’interroga. Depenna la cultura dal proprio orizzonte ideale. Vive di contenitori alla perenne ricerca di contenuti scappati altrove. Orazio scrive nella Seconda Epistole: “La Grecia conquistata (dai Romani), conquistò il selvaggio vincitore”. Chissà con quali armi poi? Indovinate un po’…