venerdì 18 Ottobre 24

La Pubblica Amministrazione italiana non è un luogo per giovani

Al comune di Taranto soltanto l’8% dei lavoratori impegnati è under 35. Peggio di noi fanno Lecce e Brindisi. Il mancato utilizzo dei fondi del Pnrr dipende anche da questo. Così come il perdurare della ‘Questione Meridionale’

Metà degli oltre 8mila comuni italiani non annoverano tra i propri lavoratori persone con età inferiore a 35 anni e, poco più dell’1% di chi lavora negli enti locali, ha meno di 30 anni. È un quadro emblematico, oltremodo preoccupante quello emerso dall’indagine condotta dall’istituto di studi statistici Openpolis sull’età degli assunti nelle amministrazioni italiane.

L’inclusione di giovani nella Pubblica Amministrazione contribuisce al rinnovamento del sistema e all’integrazione di nuove competenze. Si tratta di aspetti importanti che rientrano anche all’interno del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Sono previsti investimenti che spingono molto per l’innovazione del sistema delle amministrazioni pubbliche in termini di digitalizzazione ma anche di competenze. In questo scenario, i giovani sono considerati come una risorsa tanto da rappresentare una priorità trasversale per il Piano. Al momento, però, la presenza giovanile all’interno delle amministrazioni pubbliche risulta piuttosto ridotta.

Secondo OpenBDAP, i lavoratori nel settore pubblico con meno di 30 anni sono circa il 4,7% del totale mentre quelli tra i 30 e i 39 solo il 13,3%. La fascia con più assunti è quella tra i 50 e i 59 anni, che compongono poco meno del 40% dei lavoratori nella Pubblica Amministrazione. Sono dinamiche che si possono rivedere anche all’interno degli enti locali, ovvero per chi lavora nelle Province e nei Comuni. Sono, invece, 4.384 i comuni italiani in cui non risultano assunti giovani.

Per quanto riguarda il comune di Taranto i lavoratori under 35 rappresentano l’8% dell’intera pianta organica. Appena meglio Bari con il 9%. Male Lecce con l’1%, malissimo Brindisi ferma allo 0%. Nei capoluoghi italiani, quello con più giovani assunti è Cuneo (11% del personale), a cui seguono Sondrio e Catanzaro, entrambi al 10%. Questi sono gli unici capoluoghi in cui l’incidenza è superiore al 10%. Sono invece 16 quelli in cui il valore è fermo allo 0%: Rieti, Caserta, Salerno, Foggia, Andria, Brindisi (come sopra riportato), Cosenza, Reggio di Calabria, Trapani, Palermo, Messina, Agrigento, Caltanissetta, Catania, Siracusa e Nuoro. Tranne Rieti, sono tutti comuni del Mezzogiorno. Un elemento ulteriore per capire i nostri ritardi atavici, dall’Unità d’Italia in poi.

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