“Utilizziamo bene i 70 milioni a disposizione anche per l’acquisto di macchinari e 17 milioni per le sale operatorie”
“Una cosa è certa: per il nuovo ospedale di Taranto se ne riparlerà nel 2024, nella migliore delle ipotesi, ma potrebbe essere anche nel 2025. Accertata questa cosa per bocca dei dirigenti della Asl di Taranto, mentre nella prima Commissione continueremo a cercare cause e responsabili e, ognuno per la sua parte, cercherà di far arrivare i 105 milioni di euro il prima possibile, è urgente trovare soluzioni sanitarie adeguate che permettano ai tarantini di non subire sulla propria pelle il peso di disservizi. Per l’inaugurazione del San Cataldo ci vorrà ancora molto tempo? E allora in forma propositiva, vista la fase emergenziale, avanziamo due proposte: potenziamento del Moscati e ampliamento del budget ai privati accreditati”.
Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini interviene sulla questione sanitaria tarantina e sull’ospedale San Cataldo in costruzione. “Per l’inaugurazione del San Cataldo ci vorrà ancora molto tempo? – spiega Perrini – E allora in forma propositiva, vista la fase emergenziale, avanziamo due proposte: potenziamento del Moscati e ampliamento del budget ai privati accreditati”.
“In prima istanza potenziamo per davvero il Moscati facendolo diventare un polo oncologico all’avanguardia, come chiedo da tempo, utilizzando bene i 70 milioni a disposizione anche per l’acquisto di macchinari e 17 milioni per le sale operatorie. – spiega Perrini – Se i fondi ci sono, perché non viene data un’accelerata ai lavori che sicuramente possono finire prima che venga inaugurato il nuovo ospedale? Una domanda che intendo porre all’assessore Rocco Palese chiamandolo in Commissione a riferire, ma non solo su questo, ma anche sul possibile e necessario ampliamento del tetto del budget delle cliniche accreditate. Mi risulta, infatti, che la mobilità passiva è molto alta: dalla provincia di Taranto vanno nella vicina Basilicata o Calabria e non solo per visite oncologiche, che la Regione poi è costretta a pagare ad altre ASL. Ma a questo punto perché non facciamo rimanere le risorse sul territorio facendo crescere e lavorare gli operatori sanitari delle cliniche private, risparmiando per altro ai pazienti lunghi ed estenuanti viaggi.”