L’indagine condotta dall’istituto Demopolis certifica l’esistenza di due Paesi in un solo Stato. Da Nord a Sud si converge su un solo aspetto: il Pnrr appare sempre più come un’occasione mancata
L’Italia non è uguale per tutti: non lo è nelle prestazioni del welfare, né sul piano sociale ed economico. Se il 70% dei residenti nel Nord promuove i servizi pubblici nel proprio territorio, il dato si riduce al 39% nel Sud e nelle Isole, dove il 61% dei cittadini è del tutto insoddisfatto. Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine promossa dalla Fondazione “Con il Sud” e condotta dall’Istituto Demopolis su un campione di oltre 4.000 intervistati, i cui risultati sono stati presentati nei giorni scorsi dal presidente della Fondazione “Con il Sud”, Stefano Consiglio, e dal direttore di Demopolis: Pietro Vento. Emerge una doppia visione di Paese a seconda di dove si vive, che emerge con più forza quando si parla di autonomia differenziata. “Per il 66% degli italiani – si legge nello studio redatto da Demopolis – che vivono al Nord l’attuazione dell’autonomia differenziata è una misura positiva, l’opposto avviene al Sud con l’81% che vede negativamente l’attuazione. E la grande stagione del Pnrr sembra agli italiani un’occasione mancata. Ma, questa volta, “senza differenze fra Sud e Nord”.
Alla vigilia delle Elezioni Europee, meno di un quinto degli italiani confida che le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza saranno spese in modo efficace per far ripartire il Paese. E il 53% degli italiani che non hanno votato negli ultimi anni indica come motivazione la delusione e la sfiducia nei partiti. Le “Italie”, insomma, sono almeno 2 per una questione di servizi essenziali. E dopo le crisi sistemiche innescate dalla pandemia e dalla deriva inflazionistica che ha sferzato duramente l’Italia nell’ultimo biennio, le disuguaglianze si sono acuite e si sono ulteriormente dilatati i divari di cittadinanza.