venerdì 18 Ottobre 24

Inferno con le sbarre

Viaggio di CosmoPolis “all’interno” del penitenziario “Carmelo Magli”. Anche per Taranto, come per il resto d’Italia urge un intervento immediato da parte della Politica nazionale. Sovraffollamento, suicidi, scarsa assistenza medica, carenze strutturali, incapacità del sistema di fornire reinserimento, in carcere non manca nulla, tranne la dignità.

CARCERI, UN PROBLEMA DI COSCIENZA – La questione ruota tutta intorno al concetto di dignità. Puoi decidere di farlo tuo, e di interessarti a quanto accade, oppure di girarti dall’altra parte, scegliere liberamente che quello che succede “agli ultimi” non sia affare che ti riguardi, e fottertene.

Attiene strettamente all’interesse ed alla sensibilità che la collettività, che la politica, la gente comune decidono di attribuire all’argomento. Si tratta di sentire proprio il problema, di sapere che si può toccare con mano, che esiste davvero e non solo per un minuto in un servizio del telegiornale, che la situazione è tragica a prescindere dalla condizione di “uomo libero” nella quale ci si trova comodamente a casa propria.

Tocca sentirsi umanamente vulnerabili, riscoprirsi umili, provare a spogliarsi del preconcetto, ad immedesimarsi senza indossare una toga che a noi non appartiene, senza avere la presunzione di essere in diritto di puntare il dito. Operazione non facile per molti, addirittura impossibile per chi vive di “pane e social” e vomita sentenze di professione, ma necessaria per poter comprendere una volta per tutte, che dietro ciò che appare scontato agli occhi superficiali di chi guarda, spesso non è “tutto chiaro” come siamo portati egoisticamente a credere.

foto: CosmoPolisMedia

I DATI – L’emergenza carceri non è marginale, perché non riguarda solo chi è ristretto nei penitenziari, non cessa di esistere all’interno delle celle, non sparisce sotto la torretta oppure davanti al cartello che annuncia un “limite invalicabile”, ma vive stabilmente anche nelle case di chi è costretto a condividere a distanza la pena inflitta ad un proprio caro.

I sopralluoghi “politici” effettuati negli scorsi mesi, così come i dati diffusi dall’Associazione Antigone relativi alla Casa Circondariale “Carmelo Magli” di Taranto, il cui ultimo ingresso nella struttura jonica risale esattamente ad un anno fa (18/07/2023, ndr), mettono in risalto una situazione drammatica sotto ogni aspetto.
A preoccupare non è solo il dato meramente numerico relativo al sovraffollamento della struttura, che ospita, al 30 giugno 2024, ben 940 detenuti a fronte dei 500 previsti come capienza massima, con un tasso di affollamento che tocca il 188% (il dato medio degli istituti visitati da Antigone nel 2023 è del 119,4%), ma anche la situazione causata delle carenze strutturali, relative ad un edificio datato, costruito nel 1980 ed inaugurato nel 1987, evidenziate nei vari report (“Lo stesso si presenta vetusto e necessiterebbe di interventi di ordinaria e straordinaria amministrazione… Gli spazi delle sezioni di media sicurezza sono angusti”, piuttosto che “Le celle delle sezioni sono molto piccole, non sono presenti docce, il wc è in ambiente separato e al suo interno è presente la zona cucina…non è garantita l’acqua calda in tutte le celle ”, si legge nella relazione dell’Associazione Antigone, consultabile integralmente al seguente link: https://www.antigone.it/osservatorio_detenzione/puglia/27-casa-circondariale-carmelo-magli-di-taranto).
Non meno allarmanti i dati riguardanti la sicurezza della struttura, nella quale tra il 2023 ed il 2024 si sono registrati 3 suicidi, e la presenza del personale di Polizia Penitenziaria: meno di 300 gli agenti in servizio a fronte di un numero così alto di detenuti, consegnano infatti al capoluogo jonico il poco lusinghiero record del parametro detenuti/poliziotti più basso d’Italia, situazione questa che ha portato al verificarsi di vari momenti di tensione, che hanno coinvolto agenti e reclusi.

foto: IlGiornale

Il penitenziario tarantino tuttavia non spicca nemmeno sotto il punto di vista sanitario, nonostante sia garantita infatti, la presenza di un medico in struttura H24, sempre secondo l’Associazione Antigone, Il personale sanitario è assolutamente insufficiente per il numero di detenuti presenti all’interno dell’Istituto, con il conseguente e fisiologico rischio di non essere in grado di fornire con tempestività, le cure di cui i detenuti dovessero avere necessità, specialmente in questo particolare periodo dell’anno, nel quale alle già citate criticità si aggiunge la tanto temuta emergenza caldo, che complica ulteriormente, le precarie condizioni di vita dei detenuti, messe a dura prova non solo dalle altissime temperature raggiunte dalle celle, costruite con criteri ormai obsoleti, ma anche, stando alle dichiarazioni dell’Avvocato Gianluca Sebastio, delegato della Camera Penale e componente della stessa Associazione Antigone, alla sospensione (in alcuni casi) della regolare fornitura di acqua corrente.
Si tratta di un dramma che colpisce direttamente anche i familiari dei detenuti, costretti (bambini ed anziani compresi, ndr) in occasione dei colloqui settimanali, ad attendere l’apertura dei cancelli, sotto il sole cocente, a causa dell’assenza di copertura o di una pensilina, che possa fungere da riparo.

L’INTERESSE (?) DELLA POLITICA – La fattispecie del “Carmelo Magli”, presa in considerazione dal nostro approfondimento, è ovviamente un copia e incolla di quanto, con leggere differenze avviene in tutte le strutture carcerarie della penisola. Diventa chiaro quindi, come il grido d’aiuto vada indirizzato non solo alle autorità locali, ma anche e sopratutto alla politica nazionale, che proprio in questi giorni attraverso il Ddl Giachetti per la liberazione anticipata speciale (da 45 a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata), sta accendendo i riflettori sulle falle del sistema carcerario, anche grazie al supporto della Conferenza dei Garanti territoriali. Urge una risposta immediata, un intervento che scongiuri che la polveriera possa esplodere a strettissimo giro di posta.

Certezza della pena quindi, purché sia garantite allo stesso tempo la dignità che si deve a qualsiasi essere umano.

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