Va delinandosi una nuova mappa del potere cittadino. Tante le opportunità economiche da coltivare per lasciarle al mero dispiegarsi del fato. Intanto scoppia il caso “Carim” in Municipio. La Confraternita della pizzella pronta ad entrare in azione
Nella giornata di domani si voterà il nuovo presidente dell’Ance, l’associazione che raggruppa le imprese edili. Sempre domani, il Consiglio comunale dovrà approvare l’Assestamento di Bilancio; pena lo scioglimento anticipato dell’Aula. Tutto di martedì insomma, la giornata che secondo i metereologi dovrebbe segnare una temperatura record, superiore ai 40 gradi. Si tratta di due momenti egualmente importanti per la città di Taranto. In un certo qual modo anche intrecciati tra loro. Perché? Semplice: le vicende politiche, o comunque più propriamente amministrative, non possono essere slegate dalle dinamiche economiche ed associative. Va delineandosi una nuova mappa del potere locale, con sfere d’influenza destinate ad incidere sulle scelte che dovranno compiersi nel prossimo futuro. Taranto è città ricca di risorse economiche, ma povera di prospettive culturali. Con una classe dirigente da ripetenti seriali alle prime classi delle scuole elementari. Con un’identità socio-produttiva perennemente sospesa sull’orlo di un precipizio. Ed è in questo interstizio delle aspettative caldeggiate, dei desideri più o meno confessabili che la linea politica ed economica cerca di congiungere i punti. Di tenersi assieme pur di governare l’avvenire. A cominciare dai Giochi del Mediterraneo, proseguendo con la riconversione green dell’ex Ilva, con le opere di bonifiche, con la gestione dei fondi del Pnrr, con l’organizzazione del nuovo Ospedale San Cataldo, con la governance del Porto una volta che, a dicembre di quest’anno, sarà scaduto il mandato del presidente Prete. Scorrendo questo elenco in grado di rendere ricchi molti, anche chi ricco lo è già, si capisce perché l’Ance faccia gola a molti. E perché questa legislatura debba essere salvata a tutti i costi, nonostante abbia esaurito da tempo il proprio ciclo politico.
Nelle ultime ore, a rendere ancora più complicato lo stato di salute delle casse municipali, ci si è messa anche la vicenda Carim: la società-veicolo nata dalla Soget che si è occupata della cartolarizzazione del patrimonio immobiliare del comune di Taranto. Il contratto sottoscritto a febbraio del 2019 è scaduto a febbraio di quest’anno. Senza il rinnovo dello stesso, bisognerà restituire diversi milioni di euro a Carim. Risorse che non ci sono, che andranno trovate negli spazi stretti, strettissimi di una contabilità pubblica parecchio sofferente. Della serie: piove sul bagnato. E i problemi, sovente, non arrivano mai da soli. The day after, dopo martedì si potrà capire qualcosa in più su come va riorganizzandosi la Confraternita della pizzella in una Taranto piegata dai venti di scirocco. Madida di equivoci.