“Non possiamo farci prendere dallo sconforto ma reagire, tutti insieme. Perché se c’è una lezione che abbiamo imparato dal recente passato è che le divisioni non pagano mai”
“Mario Draghi invoca un cambiamento radicale dell’Europa auspicando maggiori investimenti per accrescere la competitività e rilanciare l’economia; in ballo – sottolinea l’ex presidente del Consiglio – è il futuro stesso del progetto europeo,” esordisce Piero Bitetti, presidente del Consiglio comunale di Taranto.
“Queste parole non ammettono repliche e impongono una seria riflessione alle classi dirigenti del vecchio continente – prosegue Bitetti – alle prese con sfide assai complesse quali sono, tra le altre, la transizione economica legata al cambiamento climatico e l’indipendenza energetica”.
Riferendosi alla situazione locale, il presidente del Consiglio comunale afferma che “il report di Draghi costituisce un monito anche per tutti noi. Pensiamo allo stato dell’economia ionica: assistiamo a una desertificazione sociale fatta di attività economiche che chiudono i battenti, un calo demografico che sembra inarrestabile, piani di investimento che faticano a tradursi in appalti e cantieri”.
Bitetti lamenta l’assenza di un luogo di confronto in cui la classe dirigente di Taranto e della Terra Ionica possa seriamente affrontare questi temi entrando nel merito delle varie questioni. “Abbiamo bisogno, per dirla con Tommaso Padoa-Schioppa, di uno ‘sguardo lungo’. Credo sia giunto il tempo di unire le forze, di dialogare, di mettere sul tappeto idee e proposte realizzabili”, aggiunge.
“Non abbiamo bisogno del libro dei sogni – precisa – ma di un progetto di rilancio dell’area ionica, fattibile e condiviso, incentrato su alcuni punti qualificanti: supporto alle piccole e medie imprese, utilizzo efficiente delle risorse finanziarie, investimenti mirati per la ricerca, l’università, la green economy, il turismo e il commercio”.
“Sono a disposizione per promuovere ogni iniziativa che abbia come finalità questo obiettivo. Il mio appello è rivolto alle forze politiche ma anche al mondo delle professioni e alle associazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori. Non possiamo farci prendere dallo sconforto ma reagire, tutti insieme. Perché se c’è una lezione che abbiamo imparato dal recente passato è che le divisioni non pagano mai”, conclude Bitetti.