venerdì 18 Ottobre 24

Serie B e Lega Pro: cronaca di morti annunciate

di Vittorio Galigani

Marani è subentrato a Ghirelli la cui riforma era stata bocciata dai Presidenti. Aveva ed ha il dovere di trovare una soluzione alternativa a quel progetto ritenuto inadeguato. Era ed è indispensabile. Di riforma Marani, però, non si è mai parlato. Nel suo “regno” spazio a tutto, ma non alla sostenibilità

Una premessa sulla serie B. Doverosa. Il 12 settembre si è tenuta l’assemblea elettiva della serie cadetta. Come previsto Balata si è schiantato. Da solo. Protagonista di una programmazione scellerata. Abbandonato a se stesso dai Presidenti di categoria.

Ci sono volute cinque votazioni per farlo convinto della sua pochezza. Si è rasentato il ridicolo. Le sue preferenze scendevano ad ogni apertura di urna. Alla fine i voti a suo favore si erano ridotti a otto.

Altri avrebbero rassegnato le dimissioni. Immediate. Balata invece si vuole esporre al ludibrio. É intenzionato a convocare, a breve, una nuova assemblea. Gli anni in cui ha cercato di gestire non gli hanno insegnato nulla. Ha portato la serie cadetta alla deriva. Senza un Vice, senza un segretario. Ma, soprattutto, senza soldi.

Prenda una sana decisione. Salga ai piani alti di via Allegri. Con la testa cosparsa di cenere. Ammetta di avere sbagliato. Accetti i sani consigli di chi ne sa più di lui. É l’unica opportunità che gli rimane per tentare di rimanere in sella.

Il 2 Ottobre, a seguire, si va alle elezioni anche per la disastrata Lega Pro o Serie C o Lega Italiana Calcio Professionistico. Insomma. La terza Serie. Professionistica anche questa. Unico caso in Europa. Infatti in altri Paesi solitamente si annoverano una massima Serie e una Serie secondaria. Gli altri sono tutti Club dilettanti.

L’agonia della terza serie, non trovo altra espressione possibile, continua con destino segnato. Non sono certamente un nostalgico. Sta il fatto che la Serie C dell’era “macalliana” aveva ben altra vitalità e forza. Rappresentava il 17% del peso in Consiglio Federale. E su questo argomento torneremo fra poco.

Sta di fatto che anche la Serie C, come quella di B, è in caduta libera. La fine appare sempre più vicina. Una sorta di caduta libera che non pare possa avere fine. Diversi  presidenti, coraggiosi, che mettono soldi e risorse per tenere in piedi la baracca, sembra non vogliano rendersene conto. Non vogliono vedere e sentire. All’insegna di: non c’è peggior sordo …

Il “governo” Ghirelli. Quello che ancora si illudeva di fare le riforme. A Dicembre 2022 Francesco Ghirelli si dimise da Presidente della Lega Pro. Una mossa del tutto sconosciuta ai più. Motivo? Mancata approvazione delle riforme dei campionati. Oggi il tema è ancora sul tavolo. Irrisolto. Ineludibile. Per carità. Anche lui ha le sue “responsabilità” gestionali!

La Lega è diventata una sorta di agenzia di collocamento. Con il personale ed i relativi costi che sono lievitati. Oggi si annoverano 40 dipendenti (sotto Macalli erano 24). Tanti. Segretari, Direttori Generali, Vice Presidenti, ecc.

Al momento di dimettersi visto che sul nuovo format non aveva trovato proseliti sufficienti, il citato Ghirelli, dirigente di lungo corso, disse:  “Per dare anche un segnale al Paese. In senso diametralmente opposto alla negatività, ed investire per cambiare trend. Per passare da una situazione negativa, certa, ad una sfida per tornare a sorridere e produrre risorse. La Lega Pro ha un’urgenza a cui dover dare una risposta. Indicare un progetto forte di sostenibilità economica e di ripresa di contatto con i giovani. Se non lo fa, sarà esposta a incursioni. A essere rinsecchita come una riserva indiana.”.

Da allora, dopo quasi due anni, quelle parole rimbombano come una campana a morto. Ghirelli aveva ragione! Marani sembra non averlo ancora compreso. Marani proviene dal mondo della comunicazione. Sostanzialmente rimane un giornalista. Non se ne deve dispiacere. Certamente capace nella esposizione. Fa parte naturale del suo bagaglio tecnico.

Il tempo cosa ci detto? Non aveva e non ha idee e soluzioni da proporre. Non è il suo mestiere e si vede. Un esempio? Il contratto con Sky. Lo si è promosso al pari di una grande conquista presidenziale. Nella realtà un “contentino” per tutti i club. Un contentino che neppure pareggia con i mancati ricavi al botteghino. Una perdita provocata dallo “spezzatino” imposto dalla piattaforma televisiva. Cinquantamila a Club non cambiano la vita a nessuno.

Marani è subentrato a Ghirelli la cui riforma era stata bocciata dai Presidenti. Aveva ed ha il dovere di trovare una soluzione alternativa a quel progetto ritenuto inadeguato. Era ed è indispensabile. Di riforma Marani, però, non si è mai parlato. Nel suo “regno”  spazio a tutto, ma non alla sostenibilità. E la categoria è in caduta libera.

La “baracca” si regge con le seconde squadre della massima serie. Devono versare, ciascuna, un milione di euro di iscrizione. Contributo senza dubbio notevole. Ma sostentare il manipolo di dipendenti e dirigenti in forza a Firenze, per compensi fuori mercato, quanto costa?

I dirigenti del sistema calcio non ricevevano compensi. Solo rimborsi spese. É risaputo. Oggi, invece, sono pagati come manager. La Lega Pro, oltre Marani, annovera anche Zola come Vice Presidente, un capace Direttore Generale come Paolo Bedin, amico, peraltro, del Ministro Abodi(che lo ha consigliato dopo l’uscita dal Vicenza) e un Segretario Generale.

A seguire una moltitudine  di dirigenti.  4 giornalisti, 5 segretari, tre addetti al marketing. Compensi che pesano, ovviamente, sulle società che all’atto della iscrizione al Campionato devono mettere mani alla borsa. E con i tempi che corrono non è proprio aria …

Crisi societarie? A bizzeffe. Si è già detto del bruttissimo scivolone della Triestina. A cui fanno già compagnia Turris e Catania per un motivo. Taranto per un altro. A breve saranno ufficializzate le sanzioni.

La verità, per tutti, è che scalare la montagna dei debiti è diventato impossibile. Classifiche deficitarie. Penalizzazioni. Porterà alcune squadre ad una classifica con segno meno. Con un lecito dubbio da risolvere. La “macchina” dei controlli si era per caso inceppata? Un disastro dopo i segnali di sequestri e pignoramenti pervenuti anche in Lega. E siamo ancora in avvio di campionato … Di conseguenza il destino di questa Lega, sempre più povera, appare segnato. In negativo.

Il 4 Novembre era stata programmata l’assemblea elettiva della Federcalcio. In considerazione dell’intervento del Governo, con il Decreto Legge Mulè, si è stabilito, dall’esterno, di cambiare i pesi elettorali. L’assemblea è diventata straordinaria. Si dovrà trovare una quadra per assegnare più potere alla Lega di serie A. Con tanti saluti all’autonomia dello sport.

E secondo voi da chi saranno pescate le percentuali (e i soldi e il potere decisionale)? Ma sì, per forza, si prenderanno dalla categoria più debole. Dalla Lega Pro per l’appunto. La riserva “indiana” (citata allora da Ghirelli) non potrà fare nulla per resistere. Sarà inevitabilmente spogliata. Meglio dire spolpata.

E il format, finalmente, dovrà essere rimodulato. Ristrutturato. Per morte naturale, a quel punto, non per una scelta sana, ponderata e programmata. A quel punto sarà Serie B2. E il resto? Tutti dilettanti. Il destino è segnato. Nel nome della sempre agognata sostenibilità.

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