martedì 21 Gennaio 25

Aumenta febbre del Nilo in Italia: 51 casi in una settimana

L’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità segnala un picco di infezioni e decessi tra il 12 e il 18 settembre. È l’Emilia-Romagna la regione più colpita

Torna la paura con l’aumento delle infezioni da West Nile virus segnalati nel nostro Paese. Secondo il bollettino diffuso oggi dall’Istituto superiore di sanità, da 12 al 18 settembre 2024 sono stati segnalati 51 nuovi casi in Italia, con 3 decessi in più rispetto alla scorsa settimana.

Da maggio scorso, complessivamente si registrano 382 infezioni notificate sul territorio italiano, di cui 222 in forma neuroinvasiva, ovvero con sintomi di meningite o encefalite.

La Regione più colpita ad oggi è l’Emilia-Romagna con 131 casi, mentre a seguire troviamo il Veneto con 38 segnalazioni, 12 in Piemonte, 9 in Lombardia, 5 in Friuli Venezia Giulia, 1 nel Lazio, 2 in Abruzzo, 11 in Campania, 2 in Puglia come anche in Calabria, e 1 caso registrato in Sardegna. Tra i 16 decessi notificati, 3 si sono verificati in Piemonte, 1 in Lombardia, 7 in Veneto, 1 in Friuli-Venezia Giulia, 3 in Emilia-Romagna e 1 in Calabria.

Questo tipo di febbre è una malattia provocata dal virus West Nile, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, proprio nel distretto West Nile. I portatori del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo, mentre non si trasmette tramite il contatto tra persone.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi si tratta di sintomi assenti o leggeri. Come spiega l’Iss, i sintomi più gravi si presentano in meno dell’1% delle persone infette (una su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti e nei casi più gravi può causare un’encefalite letale.

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