venerdì 18 Ottobre 24

Riavvio Altoforno 1, Lavoratori Metalmeccanici: “Nube inquinante sulla città per chilometri”

“La salute e la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori non sono negoziabili, e insistiamo affinché vengano prese misure concrete per tutelare il benessere della nostra comunità”

In qualità di rappresentanti dei Lavoratori Metalmeccanici Organizzati, affiliati al Sindacato Generale di Classe, è stata espressa preoccupazione e delusione per gli eventi recenti che hanno coinvolto lo stabilimento siderurgico di Taranto.

In particolare, il riavvio dell’altoforno 1 del 15 ottobre sotto la supervisione del Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha segnato una giornata di grave impatto ambientale e sociale per la città.

“I cittadini Tarantini e i lavoratori del siderurgico sono stati presi in ostaggio da una nube inquinante che ha avvolto la città per chilometri e chilometri. L’indomani mattina, il 16 Ottobre, in una giornata di sole, è stato evidente a tutta la popolazione l’effetto venefico e dannoso provocato da Acciaierie D’Italia.

In quelle ore in città, in alcuni paesi di Provincia come Massafra e Statte e ovviamente nella fabbrica, un fortissimo odore di plastica bruciata ha causato a cittadini e operai un forte bruciore alla gola e in alcuni casi nausea e giramenti di testa, fino alla mattinata del 16 Ottobre”, denuncia il sindacato.

“Come organizzazione Sindacale (LMO) denunciamo da anni questa produzione assolutamente non compatibile con la vita umana (tesi avvalorata e confermata anche dalle 5 Sentenze della CEDU, tra cui quella del 5 maggio 2022 e dalla Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 25 Giugno 2024)”, aggiungono.

Molti dei lavoratori che negli ultimi anni hanno denunciato con coraggio lo stato italiano, sono morti proprio per le cause sottolineate nella sentenza del 5 maggio 2022. Nonché “malattie causate da quegli impianti fatiscenti, ancora in marcia pur essendo sotto sequestro da parte della magistratura”.

“Questa situazione non è più accettabile perché questi impianti ancora a carbone con materiali primari ferrosi inquinanti nel miscelare e creare l’acciaio nell’aria viene sprigionano sostanze come: benzo(a)pirene, cromo-esovalente, diossina, polveri fini, policiclici aromatici e molte altre sostanze cancerogene”.

Inoltre, viene lamentata la mancata attuazione delle prescrizioni ambientali necessarie da parte di Acciaierie D’Italia, cosa che evidenzia una mancanza di conformità alle normative ambientali europee incluse nella direttiva Seveso. “Questo è il risultato sia di una politica che guarda al profitto privato e di poltrona, più che alla salute, alla vita e alla sicurezza sul luogo di lavoro”, aggiungono i rappresentanti dei Lavoratori Metalmeccanici Organizzati.

Di fronte a queste circostanze inaccettabili, si pretende la chiusura di tutte le fonti inquinanti nell’immediato, il prepensionamento e il risarcimento danni per i lavoratori affetti, la promulgazione di una legge speciale per Taranto, e l’avvio di un’ampia operazione di bonifica ambientale con il reintegro dei lavoratori in questi nuovi lavori.

“La salute e la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori non sono negoziabili, e insistiamo affinché vengano prese misure concrete per tutelare il benessere della nostra comunità”, conclude la nota.

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