martedì 3 Dicembre 24

Ex Ilva, Lutrario (Usb): “Il Governo pensa di rifondare la politica industriale sull’industria bellica”

Il 13 dicembre il sindacato ha annunciato uno sciopero generale e due manifestazioni a Roma e a Milano contro l’esecutivo

“Piuttosto che risolvere le grandi vertenze aperte e ancora in attesa di risposte, tra cui la più grande che è quella  dell’ex Ilva, il governo sta puntando sull’industria militare e va nettamente contro la nostra idea di futuro”. Così Guido Lutrario, Esecutivo Confederale, oggi a Taranto assieme a Franco Rizzo, come lui componente del Nazionale, per un’assemblea di delegati in vista della mobilitazione del prossimo 13 dicembre.

“Il Governo pensa di poter risolvere le grandi crisi nazionali  con la guerra, investendo in spese militari, quindi acquistando e costruendo nuovi armamenti. Per questo le risorse destinate al settore della difesa,  in questa manovra di bilancio, salgono del 12 % rispetto al passato.

Siamo molto preoccupati delle parole di qualche giorno fa dei ministri Tajani, Giorgetti e Urso, nonché della premier Meloni, – Affermano Lutrario e Rizzo – che hanno dichiarato di vedere nell’industria militare un’occasione per un rilancio economico ed anche occupazionale, sul modello di quanto starebbe avvenendo in Germania con la crisi dell’automotive, a cui il Governo tedesco starebbe facendo fronte con la conversione dei posti di lavoro nell’industria della difesa. Invece di lanciarsi in pericolose avventure belliciste il governo dovrebbe pensare ad affrontare i problemi economici del paese e dare una soluzione concreta alle vertenze. Il futuro del nostro Paese non può essere la guerra che invece sembra essere l’unica prospettiva a cui ci condanna questo governo.

I 40 miliardi destinati in 3 anni dal governo Meloni all’acquisto ed alla fabbricazione di nuovi armamenti stridono inoltre con i tagli ai servizi pubblici e con i salari e le pensioni che non tengono il passo con l’aumento dei prezzi.  – Prosegue la nota – Abbiamo avuto un’inflazione complessiva negli ultimi anni al 18% e i rinnovi contrattuali, per chi li ha avuti, stanno tra il 6 e il 10% in un paese come l’Italia che è l’unico in Occidente dove i salari sono diminuiti negli ultimi 30 anni.

Lo slogan ‘Abbassate le armi, alzate i salari’ rispecchia sempre di più una urgenza per milioni di lavoratori e lavoratrici. – Concludono – Per questo, l’Usb ha proclamato lo sciopero generale per il prossimo 13 dicembre e organizza due manifestazioni contro il Governo, una  Roma per il centro sud e l’altra a Milano per il nord.”

Articoli Correlati

Confapi Taranto chiesta convocazione di un tavolo ai commissari di AdI in AS

“L’associazione di categoria reitera al Governo la richiesta di inserire nel cosiddetto decreto “salva indotto” l’articolo 6 del decreto Covid che consentirebbe di diluire...

Rinvio delle offerte per l’ex Ilva: c’è la cordata italiana

La scadenza per le offerte vincolanti slitta al 10 gennaio, mentre quattro aziende nazionali valutano una proposta collettiva Con l'approssimarsi della scadenza per la presentazione...