In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto lancia un messaggio di solidarietà, affrontando stereotipi e sostenendo la dignità femminile
Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto è da tempo un punto di riferimento per campagne sociali che valorizzano il patrimonio storico-archeologico, raccontando l’evoluzione delle civiltà e dei costumi dei popoli mediterranei. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il MArTA intende affrontare uno degli stereotipi legati alla violenza.
Nel museo dedicato a una figura femminile, la drammatica realtà delle donne vittime di violenza non può passare inosservata: oltre 50 donne sono state uccise dai loro partner, quasi 3.000 hanno subito violenze sessuali, 700 casi di revenge porn sono stati registrati e oltre 33.000 chiamate sono arrivate al centro antiviolenza 1522. Nonostante ciò, molte di queste donne si sentono ancora interrogate in modo offensivo con domande come “Ma come eri vestita?”.
“E pensare che qui a Taranto l’abito delle donne era il Tarantinidìon – spiega la direttrice del MArTA, Stella Falzone – e la raffinatezza, la leggerezza e la trasparenza del tessuto, spesso filato con il pregiato bisso marino e tinto della porpora prodotta dallo schiacciamento dei murici, era simbolo di arte, piacere ma anche libertà”.
Per questo motivo, il 25 novembre il museo tarantino pubblicherà sui propri social una grafica chiara che invita le donne a non sentirsi mai colpevoli per la violenza subita, che non è mai giustificata dall’abbigliamento. L’immagine scelta per la campagna è una statuetta policroma risalente al 225-175 a.C., parte della collezione permanente del museo, che rappresenta una donna con tarantinidion.