La divisione in crisi del colosso dell’aerospazio italiano sotto i riflettori sindacali, mentre il gruppo vola in Borsa
Il coordinamento delle Rsu Fiom-Cgil della divisione Aerostrutture di Leonardo ha espresso forte preoccupazione riguardo le recenti visite dei rappresentanti del fondo saudita Pif negli stabilimenti di Pomigliano, Nola, Foggia e Grottaglie. In un momento in cui il titolo Leonardo sta registrando performance straordinarie in Borsa e l’azienda evidenzia una crescita significativa di fatturato e ordini, la divisione Aerostrutture rappresenta l’unica nota stonata del gruppo.
“Serve trasparenza su come un fondo governativo estero possa collaborare con un’azienda strategica dello Stato italiano”, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali, che attendono con interesse il prossimo Osservatorio Strategico alla presenza dell’Amministratore Delegato e dei segretari generali.
Secondo la Fiom, questo è il momento ideale per avviare un confronto su come superare le criticità accumulate negli anni, aggravate da investimenti che non hanno centrato gli obiettivi di efficienza necessari per competere nel settore. Il sindacato ricorda che la forza della divisione risiede nelle competenze e professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, che grazie al loro impegno hanno limitato le perdite.
Il coordinamento ha posto alcuni punti fermi per qualsiasi operazione futura: no a cessioni, scorpori o partnership di natura meramente finanziaria; salvaguardia completa dei livelli occupazionali e dei siti produttivi; difesa della filiera. I sindacalisti sottolineano un dato geografico non trascurabile: la divisione Aerostrutture e gran parte del suo indotto sono localizzati esclusivamente nel Sud Italia e operano quasi esclusivamente in ambito civile.
“È impensabile un qualsiasi passo indietro o di lato da parte di uno dei più grandi gruppi industriali partecipato dallo Stato”, hanno dichiarato, ribadendo la necessità di confermare e rafforzare le missioni produttive e preservare tecnologie, competenze e know-how degli stabilimenti. Particolarmente importante per il sindacato è escludere la cessione di qualsiasi attività, comprese quelle considerate “a basso valore aggiunto”.
La Fiom-Cgil ha assicurato che affronterà il confronto in stretta collaborazione con le lavoratrici e i lavoratori, condividendo ogni fase di questa delicata situazione, e non esclude mobilitazioni per “salvaguardare un asset strategico non solo per il Mezzogiorno, ma per tutto il sistema Paese”.