Come sbagliare un calcio di rigore a porta vuota? Chiedere alla destra tarantina, nessuno come loro vanta esperienza – e talento – in questa specifica disciplina. In città, ormai, molti si chiedono se i nostri eroi siano – o meno – del mestiere
Fiumi di parole. Come i Jalisse, meglio dei Jalisse, il centrodestra tarantino rende afono il suo vociare. Statico il proprio dinamismo. Periferico il protagonismo rivendicato. Convoca tavoli ogni due per tre sostituendo lo sconforto al confronto. Le fumate nere a quelle bianche. Mancano i falegnami con i quali lavorare il legno; e forgiare una candidatura a sindaco. Quando non ti doti di un metodo, il merito di un’indicazione somiglia all’utopia raccontatoci da Eduardo Galeano. Pensi di averla raggiunta al pari dell’orizzonte, di esserti avvicinato, e la stessa si distanzia quel tanto perché divenga nuovamente inaccessibile. Tacente? Lazzaro? Di Cuia? Il nomen omen, l’antica locuzione latina retrocede a circoncisione di una scelta non pervenuta. Una scelta che non regala auguri, non dispensa presagi. Non tratteggia destini, ma replica nomi che stressano i nomi. Nomi che bruciano i nomi. Nomi che non travalicano il nome.
E’ un centrodestra incartato, negato, capace di sbagliare un calcio di rigore a porta vuota, quello tarantino. Forza di opposizione senza velleità di governo. Conservatore di seggi che allunghino le legislature perché, come si diceva una volta dell’attività giornalistica, sempre meglio che andare a lavorare. Quando la politica diviene una professione, quando i consiglieri comunali vogliono continuare a fare i consiglieri comunali, decadono le differenze maggioranza-minoranza. Basta esserci, tanto che si vinca quanto che si perda. Non serve trovare il miglior candidato sindaco, avere un progetto per la città, un sogno da condividere. E’ sufficiente perpetrare la specie. La stasi del centrodestra tarantino è logica conseguenza di questa condizione. Di un approccio impiegatizio, da posto fisso, legato alle Istituzioni democratiche. Di una deriva burocratica della passione politica. Fiumi di parole, siccità di pensiero, azioni inaridite. Siamo a Taranto e, invece, pensano di essere a Sanremo. I nuovi Jalisse. Questa destra.