giovedì 26 Dicembre 24

Taranto, smaltimento illecito di rifiuti: cinque indagati

La Guardia Costiera di Taranto ha sequestrato due siti che si estendono su 22mila metri quadrati

La Guardia Costiera-Capitaneria di porto di Taranto ha sequestrato due siti in uso ad altrettante società esercitanti, nella provincia di Taranto, in attività di estrazione materiali da cava e di recupero rifiuti, per una superficie complessiva sequestrata di circa 22.000 metri quadrati di estensione

I militari hanno dato esecuzione a un provvedimento emesso dal giudice delle indagini preliminari su richiesta della Procura.

In tutto sono 5 gli indagati per diversi reati di natura ambientale legati a una gestione illecita di rifiuti pericolosi e non (soprattutto edilizi), quantificabili in numerose tonnellate, che venivano recapitati dai siti di produzione ai siti di conferimento gestiti dalle ditte titolari delle due cave in assenza di documentazione attestante la tracciabilità del rifiuto.

Secondo l’accusa, sono tonnellate i rifiuti inerti e pericolosi smaltiti illegalmente (materiale bituminoso, mattoni, cemento e anche eternit) derivanti da lavorazioni edili sprovviste di documentazione che ne consentisse la gestione o tracciabilità.

Sequestrato inoltre un automezzo utilizzato da una ditta di Taranto, che benché sospesa dall’Albo nazionale dei gestori ambientali, continuava a smaltire illecitamente i rifiuti negli stessi siti. Dalle indagini è emerso che spesso gli ingenti quantitativi di materiale edile venivano anche abbandonati sul suolo e nelle campagne della provincia, generando una potenziale contaminazione dei suoli. Le attività investigative hanno consentito, inoltre, di identificare un’ulteriore impresa edile che, avvalendosi della collaborazione della ditta di trasporto, smaltiva illecitamente i rifiuti prodotti in diversi cantieri aperti.

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