mercoledì 12 Marzo 25

Carcere di Taranto, ennesima aggressione di un detenuto ad un poliziotto

Il Sappe ha recentemente scritto al Prefetto di Taranto esprimendo preoccupazione per la situazione sempre più grave nel carcere del capoluogo jonico

“Lavorare in un carcere è sempre stato un compito delicato e pericoloso, ma ultimamente è diventato impossibile a causa della grave carenza di poliziotti penitenziari e dei numerosi episodi di violenza e prepotenza da parte dei detenuti. Gli agenti entrano nel penitenziario senza sapere quando e come ne usciranno.” Lo afferma in una nota Federico Pilagatti, segretario regionale Sappe a seguito dell’ennesima aggressione avvenuta al Carmelo Magli di Taranto.

Il sindacato di categoria ha recentemente scritto al Prefetto di Taranto, massimo rappresentante del governo sul territorio e responsabile della sicurezza pubblica, esprimendo preoccupazione per la situazione sempre più grave nel carcere del capoluogo jonico.  “Un esempio emblematico è l’ennesima grave aggressione avvenuta il 1° giugno, quando un detenuto serbo, ristretto per reati contro il patrimonio e noto per comportamenti violenti, ha aggredito senza motivo un sovrintendente, colpendolo con inaudita violenza al volto.” – Aggiunge Pilagatti – Nonostante i rinforzi siano intervenuti prontamente, la situazione nelle carceri resta critica. Il Sappe denuncia l’impunità di cui godono i detenuti violenti e la mancanza di sostegno alla polizia penitenziaria da parte del garante dei detenuti e delle associazioni, che sembrano più preoccupate di difendere i diritti dei carcerati piuttosto che quelli degli agenti.

I dati sono drammatici: nel 2023 si sono registrati 1.760 casi di violenza e 8.164 atti di minaccia, ingiuria, oltraggio e resistenza. – Evidenzia Pilagatti – Nei primi cinque mesi del 2024, le aggressioni sono state 708, mentre gli atti di violenza e resistenza hanno raggiunto quota 3.362. Il Sappe attribuisce parte di questa escalation alla scellerata introduzione della vigilanza dinamica e alla gestione inadeguata dei detenuti con problemi psichiatrici. Inoltre, il problema del contrabbando di telefoni cellulari, droghe e armi è in aumento, con 3.525 telefoni rinvenuti nel 2023 e 1.688 nei primi mesi del 2024. Anche gli avvistamenti di droni sono cresciuti, rendendo necessarie misure di rilevamento e inibizione adeguate.

Il Sappe chiede al Presidente del Consiglio un cambiamento radicale affinché lo Stato si riappropri delle carceri, attualmente in mano ai detenuti, e accusa la politica di tutelare più i malviventi con leggi permissive, mentre si assiste a un depotenziamento delle forze dell’ordine. – Conclude Pilagatti – Se la situazione non cambierà, la polizia penitenziaria non esiterà a fare le barricate, non solo nelle carceri, per difendere la propria sicurezza e dignità.”

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