venerdì 18 Ottobre 24

Taranto, smantellato impianto abusivo di mitili tra le banchine di via Garibaldi

L’operazione congiunta di Guardia Costiera e Polizia di Stato ha permesso di sequestrare oltre tre tonnellate di mitili privi di certificazione sanitaria e autorizzazioni, destinati al commercio


Continua senza sosta l’attività sinergica delle Forze di Polizia nel contrasto di ogni forma d’illegalità in ambito portuale e demaniale marittimo.

Nella giornata del 20 giugno la Guardia costiera di Taranto, unitamente al personale del Commissariato di Polizia “Borgo” ed in collaborazione con l’ASL Taranto, ha smantellato una serie di impianti abusivi di allevamento di mitili posizionati illegalmente tra le banchine adibite all’ormeggio dei pescherecci in Via Garibaldi, nel 1° Seno del Mar Piccolo.

Tali impianti, oltre ad essere sprovvisti di qualsivoglia titolo autorizzativo demaniale marittimo e ambientale, costituiscono un grave pericolo per la salute pubblica poiché situati nello specchio d’acqua del mar Piccolo di Taranto, in cui l’allevamento dei mitili e la commercializzazione sono tassativamente vietati dall’Ordinanza della Regione Puglia, in quanto a forte rischio di contaminazione da parte di pericolose sostanze inquinanti.

Il costante monitoraggio dell’intera filiera di produzione e commercializzazione ha permesso di effettuare l’operazione, avviata nelle prime ore del mattino anche grazie all’intervento del 1° Nucleo Subacquei Guardia costiera di San Benedetto del Tronto, i cui operatori si sono immersi in mare per tranciare i filari di cozze e consentirne il successivo recupero e il conseguente sequestro.

Contestualmente, i veterinari dell’ASL Taranto hanno effettuato il campionamento dei mitili recuperati per verificarne, ai fini sanitari, il tasso di contaminazione.

Nel complesso il prodotto ittico sequestrato, del valore di centinaia di migliaia di euro, ammonta a oltre tre tonnellate pronte ad essere immesse nel circuito di commercializzazione cittadino, in assenza di alcun controllo igienico/sanitario e quindi potenzialmente nocive per la salute del consumatore, cui vanno ad aggiungersi centinaia di metri cordame di supporto, numerosi galleggianti e sistemi di segnalamento abusivi. I mitili sono stati destinati alla distruzione tramite inceneritore, mentre le attrezzature rimosse sono state affidate alla ditta municipalizzata Kyma per il relativo smaltimento.

Nel corso della stessa operazione, protrattasi fino al primo pomeriggio sono state rinvenuti e sequestrati cento chili di oloturie, successivamente rigettate in mare in quanto ancora vive; si ricorda che la pesca illecita di questa specie causa gravi ed irreparabili danni per l’ambiente, diminuendo la biodiversità ed alterando gli equilibri ecologici.

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