Una tradizione tarantina dotata di grande potenziale attrattivo che rischia di spegnersi nell’indifferenza generale. Poche bancarelle, quasi tutte extra pugliesi, che coraggiosamente continuano a scommettere sul nostro territorio. Ma dove sono gli stand delle realtà locali?
C’era una volta il mercatino della Befana a Taranto
E c’è ancora in realtà.
Ma quello che abbiamo osservato durante la diretta di CosmoPolis, la sera del 4 gennaio, è solo un pallido ricordo di quello che era il tradizionale mercatino dell’Epifania nella nostra città, quando, ad esempio, era ospitato in quel di via Lucania.
Poche bancarelle, tanta gente.
Una dicotomia che dovrebbe far riflettere: i tarantini rispondono sempre bene all’appello delle tradizioni, per quanto sbiadite.
Allora perché lasciare che uno degli eventi potenzialmente più attrattivi delle vacanze natalizie si affievolisca così?
Bene il presepe vivente a Taranto vecchia, bene la pista di pattinaggio e le luminarie nel Borgo, bene anche la casetta di Babbo Natale in piazza Garibaldi.
Ma la sensazione è che il tutto sia un po’ scollegato, privo di regia, buttato lì per dovere più che per reale scommessa.
E che manchi un investimento più consistente in direzione di un programma maggiormente articolato e coordinato.
Le vacanze di Natale sono diventate un catalizzatore economico non indifferente: sono tanti i Comuni pugliesi che investono nelle luminarie e negli eventi, con l’aiuto delle associazioni di categoria e delle realtà del territorio, riuscendo ad attrarre numerosi cittadini da tutta la Puglia (e non solo, dal momento che la nostra regione conserva una percentuale non indifferente di turisti anche nel periodo invernale).
Il mercatino della Befana è sicuramente uno degli appuntamenti più richiesti e attesi del Natale, ma sembra che a Taranto sostanzialmente non importi.
Poche bancarelle di giocattoli e dolciumi, in cui realtà storiche della Sicilia giungono come ogni anno a portare la propria maestria e qualità artigianale al servizio dei tarantini.
Quello che manca vistosamente, però, è proprio l’apporto della nostra città, di tutte quelle realtà tarantine di food and beverage ma anche di artigianato locale che spesso lamentano scarsa visibilità e guadagni.
Insomma dove sono gli stand che mostrano le realtà tipiche della nostra città? Come mai c’è chi affronta il viaggio dalla Sicilia ogni anno e chi non riesce a fare due passi per cogliere un’occasione così importante?
Pensiamo ai turisti, ai fuori sede che tornano per le vacanze invernali e cercano un prodotto tipico, ai pugliesi che si recano al mercatino di Taranto e trovano come prodotto di spicco il torrone siciliano.
Taranto, con i suoi tanto decantati dolci tipici delle feste, con calze magari realizzate artigianalmente e impreziosite dai nostri simboli, è assente, non pervenuta, come purtroppo accade ancora troppo spesso in alcuni settori.
Per tacere della scarsissima pubblicità destinata all’evento: molti i cittadini stupiti della presenza delle bancarelle e chi ha saputo tramite social non conosceva luogo nè data.
Tanti i lettori, infine, che ci scrivono delusi dal trovare ogni anno sempre meno bancarelle, mettendo a rischio anche quelle attività extra pugliesi che coraggiosamente continuano a scommettere su Taranto.
È ora di riappropriarci di questa tradizione e renderla una delle punte di diamante delle feste natalizie tarantine: non lasciamo che, come tante altre realtà della nostra città, si spenga lentamente nell’indifferenza generale.