Si tratta di 10 dischi 78 giri Shellac contenenti le registrazioni fonografiche effettuate prigionieri di guerra musicisti internati durante la Seconda Guerra Mondiale presso il Campo di Zonderwater (Sud Africa)
La Fondazione ILMC (Istituto di letteratura musicale concentrazionaria) è orgogliosa di comunicare che, dopo lunghe e delicate trattative, sono stati finalmente acquisiti i 10 dischi 78 giri Shellac contenenti le registrazioni fonografiche effettuate prigionieri di guerra musicisti internati durante la Seconda Guerra Mondiale presso il Campo di Zonderwater (Sud Africa).
Zonderwater (km 43 da Pretoria) fu il più grande Campo di prigionia militare costruito dai britannici durante la Seconda Guerra Mondiale; tra il 1941 e il 1947 ospitò oltre 100.000 soldati italiani catturati dagli Alleati sui fronti di Africa orientale, Eritrea, Somalia, Etiopia, Libia italiana e trasferiti su navi da Suez con destinazione Durban e preliminarmente inviati al Campo di transito di Pietermaritzburg.
Il complesso di Zonderwater, agli ordini del colonnello Hendrik Frederik Prinsloo, era un vero e proprio insediamento urbano in una rete stradale di km 30 e costituito da 14 Blocchi strutturati in 4 Campi ognuno dei quali ospitava 2.000 prigionieri; il Campo disponeva di scuole di lingua, scuole medie e tecnico-professionali, biblioteche, mense, chiese, cinema, radio, giornale ufficiale del Campo, si svolgeva attività artigianale, sportiva e fu persino allestito un ospedale di 3.000 posti letto.
L’attività musicale e teatrale di Zonderwater viaggiava su alti livelli per quanto riguarda musicisti, attori, cantanti, sartoria teatrale e trucco, furono allestiti 17 teatri in baracche dotate di capienti palcoscenici; si costituirono un’orchestra sinfonica di 86 musicisti e una fanfara di 65 strumentisti.
Grazie al copioso materiale storiografico raccolto da Emilio Coccia (curatore del museo Zonderwater a Pretoria), dalla tesi di Donato Somma dell’Università di Witwatersrand e dalla responsabile della ‘Associazione Zonderwater’ Elisa Longarato, apprendiamo che il maresciallo Giuseppe Filippi scrisse Inno del prigioniero di guerra (testo di Antonio Forleo) e nel 1942 Carlo Alberto Scoppetta scrisse Canto del prigioniero di guerra e Amor di sogno per voce e pianoforte (testi di Mario Gazzini); prigionieri di guerra compositori quali Salvatore Giammello, Amleto Greco, Aldo Buttiglione, Michele Mineo, Filippo Cristofori e Salvatore Caruso scrissero opere pianistiche, vocali, da camera, canzoni, pezzi religiosi e arrangiamenti di opere (alcune partiture furono riarrangiate per orchestra a memoria), operette e adattamenti in lingua italiana di pièce americane o britanniche.
A Zonderwater, Vittorio Longarato costruì un banjo-mandolino con la struttura in legno ricavata da una panca del Campo, la parte superiore della cassa armonica ottenuta dalla pelle di un coniglio e quattro doppie corde ottenute da fili metallici sfilati dai cavi dei freni per le motociclette; tra i musicisti spiccano i nomi del baritono palermitano Gregorio Fiasconaro (padre del velocista e mezzofondista Marcello Fiasconaro), il sergente romano violinista e compositore Raoul Maccari (foto), il pianista Davio Almangano di Pavia e il caporale violinista Cosimo (detto Mino) Martucci di Lecce.
Nel 1946, a guerra finita e in attesa di smistamento e rimpatrio, Martucci con Almangano e altri musicisti italiani internati a Zonderwater registrarono un vasto repertorio per pianoforte, pianoforte e violino, chitarra e altri strumenti presso una sorta di studio discografico assemblato dalle autorità britanniche poco fuori il Campo; tra i brani registrati (arrangiamenti di brani di Chopin, McDowell a altri) spicca un pezzo contrassegnato quale ‘composed in captivity’ (composto durante la prigionia) ossia ‘L’Assedio dei Sogni’ per pianoforte scritto da Raoul Maccari e registrato da Almangano.
Queste registrazioni furono editate nel dicembre 1946 presso gli studi della Gallo Recording di Johannesburg che durante la guerra, non potendo più stampare nel Regno Unito per ovvie difficoltà logistiche, installò i macchinari per produrre un numero limitato di dischi, principalmente stampe di prova o personalizzate; le copie uniche delle registrazioni di Zonderwater, conservate dall’ingegnere del suono della Gallo Recording, sono oggi finalmente patrimonio della Fondazione ILMC di Barletta.
Pur richiedendo attrezzature specialistiche per digitalizzazione e remastering, i dischi di Zonderwater sono in buone condizioni eccetto uno, il più importante dell’intera collezione: a causa di un incidente durante il trasporto a Cape Town per l’imballaggio, il 78 giri contenente la registrazione de ‘L’Assedio dei Sogni’ si è spezzato in un punto esterno e inoltre presenta un profondo graffio.
Il pezzo mancante è stato recuperato, il disco sarà affidato a un tecnico di Bari per la riparazione; l’obiettivo non è soltanto quello di ricostruire il disco nella sua integrità ma altresì quello di ricostruirne la partitura (perduta) dall’audio, come mesi fa abbiamo fatto con successo per i due dischi Pyral del poema sinfonico ‘Rêve de France’ di Maurice Soret (Operazione Soret, felicemente conclusa).
“Per la riparazione del menzionato disco – scrive la Fondazione ILMC – abbiamo bisogno del Vostro aiuto, dato che abbiamo già sostenuto i costi dell’acquisto dei 10 dischi di Zonderwater; come per l’Operazione Soret riponiamo immensa fiducia in Voi, anche il più piccolo contribuito sarà più che utile”.