venerdì 14 Marzo 25

“I giorni del perdono”

Il triduo della Settimana Santa è il periodo in cui Taranto si perdona per tutto quello che ancora non va e a cui troppo spesso si rassegna, mostrando le vere potenzialità di una comunità ancora divisa

“I giorni del perdono”: si intitolava così uno dei libri più famosi di Nicola Caputo, giornalista tarantino e scrittore che in tantissimi ricordano per l’ìmpegno profuso nel raccontare le particolarità, gli aneddoti e i segreti dei Riti della Settimana Santa.

La definizione racchiudeva le tre giornate principali dedicate a questa tradizione della nostra città: il giovedì, venerdì e sabato santo.

Con il celebre gesto del troccolante dei Misteri che bussa col suo bastone al portone della chiesa del Carmine, pronunciando l’iconica frase: “Tutto è compiuto”, si chiude questo triduo denso di emozioni e appuntamenti, in cui Taranto abbraccia attraverso dirette, foto e video sui social anche tutti coloro che per motivi di studio e lavoro (ancora troppi, purtroppo) non possono partecipare dal vivo ai Riti.

Bello vedere Taranto viva, bello vedere le saracinesche aperte, le luci accese, la gente che si riappropria degli spazi urbani: un’immagine della città che dovrebbe e può essere, a fronte di alcune criticità ancora da risolvere, dalla congestione del traffico ad alcuni gesti di inciviltà, come il mucchio di lattine e residui di cibo ancora incartato abbandonati a terra per le vie del Borgo, fino all’incendio di questa mattina sulla passeggiata del Lungomare, a causa di rifiuti e sterpaglie abbandonate.

Ma questi sono i giorni del perdono, in cui Taranto si perdona per tutto quello che ancora non va e a cui troppo spesso si rassegna, senza alzare la testa e lottare per ciò che le spetta di diritto.

Da domani riprenderanno le lotte per le vertenze occupazionali, per un progressivo spopolamento che sta privando la nostra città dei giovani (appena l’11% della popolazione tarantina) e dei nuovi nati, come dimostra il saldo negativo tra nascite e morti evidenziato dall’Istat, per quell’inesorabile de-commercializzazione del Borgo, non ultimo per le preoccupazioni ambientali, tra picchi di benzene segnalati dall’Arpa e ondate di calore troppo frequenti riportate da Il Sole 24 Ore.

Le vere potenzialità di Taranto sono simboleggiate da questi Riti così gelosamente custoditi e tramandati di generazione in generazione, capaci di includere e appianare le diversità e mostrare a tutti di cosa sarebbe capace la nostra città se tutti facessero fronte comune.

Ph credits: Aurelio Castellaneta

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