mercoledì 5 Febbraio 25

Riti della Settimana Santa: il caloroso abbraccio dei tarantini alle proprie tradizioni

Complice anche il meteo favorevole, una vera e propria folla si è riversata nelle strade e nelle chiese di Borgo e Città Vecchia, animando anche le periferie e unendo la comunità davanti a una delle sue tradizioni più belle e rappresentative

Taranto riabbraccia una delle sue tradizioni più antiche e caratteristiche.

Complice il meteo favorevole, in tantissimi ieri hanno partecipato all’inizio ufficiale dei Riti della Settimana Santa, segnato dall’uscita della prima posta (coppia) di “perdoni” dalla chiesa del Carmine, alle ore 15: l’inizio del pellegrinaggio, per i confratelli di Maria Santissima del Monte Carmelo, tra le chiese del Borgo (le cosiddette poste di campagna) e di Città Vecchia (poste di città), per recarsi in preghiera davanti agli altari della Reposizione, che noi tarantini conosciamo più comunemente col nome di sepolcri.

L’uscita della prima “posta di perdoni” dalla chiesa del Carmine

Suggestivo ed emozionante l’altare allestito nella Cattedrale presso il Cappellone di San Cataldo, con tantissime piccole candele a illuminare soffusamente la bellezza di una vera e propria perla artistica e architettonica della nostra città: uno spettacolo per cui una folla di persone ha atteso pazientemente il proprio turno.

Sfarzoso come sempre l’altare della chiesa del Carmine, anch’essa gremita di visitatori, così come quello della chiesa di San Domenico, dove è stato possibile soffermarsi a pregare anche davanti alla statua dell’Addolorata, portata in processione a mezzanotte dai confratelli.

Ma, in generale, tutte le chiese di Taranto hanno dato il massimo nell’allestire il proprio altare della Reposizione, chi puntando sulla semplicità e chi sulle suggestioni derivanti da musica e luci: tante persone hanno visitato anche le periferie, mostrando vicinanza all’intera città.

L’Altare della Reposizione di San Pasquale

Nota positiva anche i tanti negozi e locali aperti fino a tardi, che hanno potuto godere della maxi affluenza di Borgo e Città Vecchia.

Infine, come sempre molto atteso e seguito il momento dell’uscita della processione dell’Addolorata da San Domenico: gesti secolari, che si ripetono immutati nell’affetto con cui la comunità si riunisce e si ritrova davanti ai suoi Riti, nello stupore di chi li vede per la prima volta.

Emozioni, aneddoti, racconti che vengono tramandati di generazione in generazione, affinchè la partecipazione con cui i tarantini accolgono queste tradizioni resti sempre viva.

La fatica dei confratelli, il freddo della notte sul mare, stretti tra tanti astanti, le suggestioni delle immancabili marce funebri, il tempo per un momento introspettivo nella foga della vita quotidiana, ricordi e riflessioni: chi ha assistito a questa processione almeno una volta nella vita sa che l’Addolorata di San Domenico è tutto questo e molto di più.

L’abbraccio dei tarantini alla “loro” Addolorata

Come in fondo la Settimana Santa tarantina è da sempre un momento di pausa dalle polemiche, dalle contrapposizioni, persino dalle criticità che affliggono quotidianamente la nostra comunità: c’è la commozione di chi affida le proprie difficoltà personali alla fede, di chi sospira vedendo la propria città illuminata, gremita di gente, in poche parole più viva, e spera che questa “bolla dorata”, un giorno non troppo lontano, possa diventare la normalità.

Ph credits to Aurelio Castellaneta

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