In occasione della consegna dei “Cataldus d’argento”, don Emanuele Ferro ha presentato in anteprima i lavori che hanno interessato il Duomo di Taranto, nell’ottica di porre la tecnologia di ultima generazione al servizio della bellezza millenaria della nostra cattedrale
Grandi emozioni nella serata di ieri, 9 maggio, nella Cattedrale di San Cataldo a Taranto, dove la cerimonia della consegna dei “Cataldus d’argento” si è arricchita di suggestioni e novità importanti.
Il parroco del Duomo, don Emanuele Ferro, emozionato e orgoglioso, ha mostrato in anteprima al pubblico presente i lavori che hanno interessato la cattedrale, nell’ambito del “San Cataldo inclusive and digital project“, che punta alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico contenuto, attraverso una serie di servizi che elevino Taranto agli standard turistici di città dalle latitudini più settentrionali.
La consegna del premio da parte del Comitato festeggiamenti di San Cataldo e Camera di Commercio ai cittadini di Taranto che si sono particolarmente distinti in alcuni ambiti, a beneficio della comunità, è stata intervallata dalla suggestiva esecuzione di brani musicali ma anche dalla proiezione sulla parete destra del Duomo di un video-mapping che racconta la storia della Cattedrale, attraverso immagini e audio di grande impatto.
Una commistione tra storia millenaria e tecnologia di ultima generazione che rende, finalmente, giustizia al valore del Duomo tarantino.
Il lungo applauso dei presenti ha confermato l’impressione estremamente positiva di questo rinnovamento, che prevede anche altri interventi.
I “Cataldus d’argento” sono stati consegnati a Francesco Vizzarro, per l’attività professionale di dottore commercialista, alla Jonian Dolphin Conservation, distintasi nell’ambito della salvaguardia e della tutela dell’ambiente; a Giovanni Guarino e al Crest cooperativa teatrale, per l’attività culturale e sociale e alla società Dante Alighieri, sezione di Taranto, per le attività culturali; infine, al dottor Valerio Cecinati, primario del reparto di oncoematologia pediatrica intitolato a Nadia Toffa dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto.
Subito dopo, le autorità e i cittadini presenti hanno potuto ammirare la riapertura della Cripta di San Cataldo, ambiente di epoca bizantina di cui è stato completamente rinnovato il sistema di areazione, illuminazione e climatizzazione, per garantire condizioni di conservazione ottimali ai preziosi affreschi del ‘200 e ‘300 ivi conservati, anch’essi oggetto di restauro.
Sempre all’interno dell’ambiente ipogeo è stato realizzato l’ Auditorium della Colonna, con 25 posti a sedere, impianti audio e video, impreziosito dalla presenza di una colonna del 1071, recuperata dal materiale presente nella cripta, e da un sarcofago del 1300, con ogni probabilità appartenente ad una fanciulla.
Infine, risalendo verso gli ambienti sovrastanti, accanto al magnifico Cappellone, è stata aperta al pubblico la Stanza del Tesoro: all’interno di questo ambiente dai soffitti affrescati, custoditi in pregevoli armadi del ‘700, sono contenuti preziosi arredi sacri del ‘600 nonché la famosa terza statua di San Cataldo, realizzata dopo il furto del 1983 dall’artista grottagliese Orazio del Monaco con l’argento donato generosamente dai tarantini e poi sostituita nel 2003 dalla statua attuale a causa del suo peso eccessivo.
Anche in questa stanza la storia si digitalizza, attraverso schermi touch screen che permettono di interagire e conoscere la storia del Duomo. Una novità che ha particolarmente colpito monsignor Filippo Santoro, che ha inaugurato con grande entusiasmo i dispositivi: “E’ necessario rilanciare Taranto a partire dal nuovo volto della Città Vecchia, di cui San Cataldo è punta di diamante” ha dichiarato ai microfoni di CosmoPolis l’arcivescovo, confermando l’importanza del turismo di qualità quale trampolino di lancio per una reale diversificazione industriale. Nella Stanza del Tesoro è, inoltre, possibile inquadrare il QR code e ascoltare il quadro sonoro composto dal celebre musicista inglese John Rutter per la cattedrale tarantina.
“I lavori non sono ancora ultimati – ha spiegato, poi, don Emanuele – grande attenzione sarà data all’accessibilità della Cattedrale e all’abbattimento delle barriere architettoniche. Per noi è importante che le persone con disabilità non debbano accedere dall’esterno, ma dalle porte principali. Inoltre, manca ancora la terrazza panoramica e un luogo di accoglienza turistica”.
Il progetto è stato realizzato grazie ad un bando della Regione Puglia, vinto da una cordata di imprese capitanata da Unicasa.
“Taranto non ha nulla da invidiare alle altre città – conclude don Emanuele – speriamo di averla raccontata nel modo migliore, nell’ottica di un’offerta turistica sempre più importante a livello qualitativo e quantitativo”.
Ph credits: Monica Iacca