Non più a Taranto, ma a Palermo. Le attività di manutenzione di nave Cavour verranno realizzate nella città siciliana. Fincantieri ha deciso così. Il ministero della Difesa anche. La nostra inconsistenza politica e imprenditoriale colpisce ancora
Nave Cavour si allontana rapidamente da Taranto. Raggiungerà, nelle prossime settimane, il porto di Palermo per le attività di manutenzione. Fincantieri – e il ministero della Difesa – scelgono alla fine la città siciliana in luogo di quella pugliese. Nonostante nel 2018 fosse stato inaugurato il bacino Edgardo Ferrati per consentire, proprio alla nave ammiraglia della flotta italiana, il suo ingresso in Mar Piccolo. Anche la manutenzione dei sommergibili non verrà più eseguita nel capoluogo jonico. Un duro colpo per le locali imprese del comparto naval-meccanico. Un’onta per il territorio che aveva sempre eseguito queste commesse di lavoro negli ultimi anni. Un danno economico da diverse decine di milioni di euro. E l’ennesima dimostrazione qualora ce ne fosse bisogno di una debolezza, di una inconsistenza perdurante che alligna alle nostre latitudini. Una vacuità che riguarda, egualmente, tanto la politica quanto il ceto imprenditoriale. Quando si conta poco, quando si parla molto e si conclude niente, quando nel Palazzo siedono i mediocri, quando a rappresentare le associazioni di categoria sono accademici della scienza pecorina, è logico che siano gli altri a fare gli affari. Ad andare sempre più avanti. “Il primo bene di un popolo è la sua dignità”, amava ripetere Camillo Benso Conte di Cavour. Lo statista torinese guardava al Mediterraneo come scommessa da vincere; un mare in grado di rendere grande – e importante – l’unità nazionale. Di Cavour a Taranto non ce ne sono. Finanche la nave che porta il suo nome naviga ormai verso altre rotte.