Il sindacato presenta i dati della condizione lavorativa del capoluogo e della provincia
“Vecchi, precari e in molti casi sulla soglia della povertà: sarebbe il titolo giusto per rappresentare Taranto e la sua provincia.
Il tasso di occupazione registrato a Taranto e provincia nel 2022 (dati presentati da Inps a novembre 2023) è del 38,4% rispetto al 42,6% della Puglia e il 52,2% della nazione”.
Così la Cgil di Taranto, alla vigilia della festa di liberazione, ha presentato i dati della condizione del lavoro nel capoluogo e nella provincia, lanciando contestualmente la campagna referendaria ‘Per il lavoro ci metto la firma’ per rendere il lavoro “dignitoso, stabile, tutelato e sicuro”.
Il segretario generale della Cgil ionica, Giovanni D’Arcangelo, ha spiegato che il “tasso di disoccupazione territoriale è del 13,1%, rispetto al 12,1% del regione Puglia.
Gli inattivi a Taranto e provincia – ha aggiunto – sono il 55,7%, rispetto all’8% del territorio regionale e il 43,2% nazionale”.
Ma “quel 38,4% di occupati – ha osservato il sindacalista – subisce un ulteriore corrosione in virtù delle tabelle che configurano l’uso degli ammortizzatori sociali. A Taranto e provincia i lavoratori e le lavoratrici che ne hanno dovuto fare ricorso solo quasi 25mila per un importo totale di oltre 10 milioni di ore, Sono i nostri resistenti di oggi”.
Il segretario Cgil Giuseppe Romano ha parlato di “bollettino di guerra che viene dai numeri dei bacini di crisi, dai dati Inps e Istat”.
C’è un “esercito di disoccupati, precari, inattivi, pensionati al minimo, che – ha sostenuto Tiziana Ronsisvalle, segretaria della Cgil di Taranto – registra sul fronte estremo un record tutto al femminile. Le donne che lavorano sono poco più di 52mila rispetto agli oltre 104mila uomini e spesso a loro vengono affidati i lavori più precari”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati invitati a parlare delle loro storie di lavoratori, ‘precari e resistenti’, un’operatrice socio-sanitaria del servizio di assistenza domiciliare integrata, un operaio in cassa integrazione dell’appalto ex Ilva, una lavoratrice dell’appalto della Marina Militare e un rider.