venerdì 18 Ottobre 24

Commissariamento e Amministrazione straordinaria dell’ex Ilva, il Governo scarica Taranto

Queste le decisioni che, secondo alcune indiscrezioni raccolte da CosmoPolis, sarebbero state prese dal Tribunale di Milano. Le imprese dell’indotto, se così dovesse essere, possono scordarsi d’incassare i crediti vantati. Falliti per ben due volte in soli dieci anni. Anche questa volta è stato lo Stato. Vergogna

Nessun accordo, come volevasi dimostrare, è stato raggiunto sull’ex Ilva alla fine. Le posizioni restano distanti, ormai incolmabili, tra socio privato e soggetto pubblico. Mittal da una parte, Invitalia dall’altra. E in mezzo, in bilico, sospesa sull’orlo di un precipizio, si staglia Taranto. Con i suoi drammi socio-economici. Con le sue insensatezze produttive. Le sue paure ancestrali, le piccole e grandi pavidità. Le notizie che giungono da Milano, per la precisione dalle parti del Tribunale meneghino, secondo alcune indiscrezioni raccolte da CosmoPolis non lasciano presagire niente di buono. Sembra essere stata imboccata la strada del commissariamento e dell’amministrazione straordinaria della fabbrica. Nuovamente. Per la seconda volta in soli dieci anni: quelli che vanno dal 2015 al 2024. Le imprese dell’indotto, se così dovesse essere, possono scordarsi d’incassare i crediti vantati. Almeno nel breve periodo. Più in là forse, chissà, si vedrà. Per adesso dovranno scrivere sul ghiaccio i diritti vantati e, naturalmente, calpestati.

Il governo di destra, al pari di quelli di sinistra, ha fallito. Non è mestiere loro. Sono dei dilettanti con i gemelli ai polsini della camicia. Hanno abbandonato Taranto al proprio destino. Complice una rappresentanza parlamentare da terza elementare ripetuta due volte. Il futuro si tinge di nero. Fosse una città francese, e non italiana, fossimo come i nostri cugini d’Oltralpe, si scenderebbe per strada a bloccare il Paese. Noi invece siamo polveriere senza esplosione. Gente indolente con il pilota automatico della rassegnazione. Fustigatori del merito, adulatori dell’imbroglio. Ci commissariano tutto. Perche non avrebbero dovuto commissariare anche la fabbrica degli equivoci?

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