Al momento non ci sono i numeri sull’incremento della cassa e l’azienda non ha incontrato o fornito delle informazioni alle sigle sindacali
Acciaierie d’Italia, ex Ilva, ha intensificato oggi il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Lo dichiarano i sindacati Uilm e Usb e anche la Fim Cisl afferma che sono giunte in tal senso segnalazioni dall’interno della fabbrica.
Al momento, non ci sono numeri sull’incremento della cassa, ne’ l’azienda ha incontrato o fornito informazioni alle sigle sindacali. Il quadro che i sindacati hanno ricostruito evidenzia che gli impiegati degli staff e gli addetti alle manutenzioni sono passati, nell’arco della settimana, da un giorno a due di cassa e che nel magazzino generale per gli operai la cassa e’ stata aumentata a piu’ di 2 giorni. Inoltre, aumentata la cassa a capisquadra, tecnici e operai delle manutenzioni acciaierie 1 e 2 e Gestione rottami ferrosi. Cassa anche per gli addetti ai servizi sicurezza, personale, amministrazione, logistica e per gli impiegati dell’area energia.
E’ in corso la quantificazione dei numeri. Nell’incontro di alcuni giorni fa, AdI ha spiegato ai sindacati che, rispetto ad un numero massimo di 2.500 cassintegrati previsto per Taranto, si era intorno ai 1.800 e le sigle metalmeccaniche ora attendevano un’ulteriore riduzione a seguito del riavvio, l’altro ieri, dell’altoforno 2 dopo dieci mesi di fermata.
“I numeri della cassa integrazione si stanno impennando dichiara Davide Sperti, segretario Uilm – e questo conferma come abbiamo fatto bene, a fine marzo, a non sottoscrivere con l’azienda al ministero del Lavoro per la proroga degli ammortizzatori sociali. Non si possono fare accordi con chi e’ inaffidabile”.
Per Franco Rizzo, dell’esecutivo confederale Usb, sindacato che, al pari della Uilm, non ha firmato la proroga della cassa, “tantissimi lavoratori, dai quadri fino agli operai, nelle ultime ore hanno ricevuto la comunicazione telefonica da parte di Acciaierie d’Italia di altra cassa integrazione. Obbligo di almeno due giorni di cassa. Cio’ in barba agli annunci tanto roboanti quanto inconsistenti di un fantomatico rilancio”. (AGI)