Greco: “C’è una situazione di paralisi che si riverbera negativamente sulle aziende e non si registrano novità sul fronte di nuovi ordini”
Il nulla di fatto oggi nel consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia (ex Ilva), con gli azionisti ArcelorMittal e Invitalia che non hanno preso alcuna decisione ma rinviato tutto in attesa del confronto, ai primi di gennaio, tra Governo e vertici della multinazionale dell’acciaio, ha provocato non solo le proteste dei sindacati metalmeccanici (che domani alle 16 incontreranno il Governo a Palazzo Chigi), ma anche quelle delle imprese dell’indotto di Taranto. Oggi stesso, poche ore dopo la seduta a vuoto del cda di Acciaierie, l’indotto che fa capo ad Aigi – associazione di imprese – ha annunciato il ricorso alla cassa integrazione.
Oggi il presidente di Aigi, Fabio Greco, ha infatti spedito tre lettere. La prima ai vertici di Invitalia (ad Bernardo Mattarella) e di Acciaierie (presidente Bernabe’ e ad Morselli). Si prende atto del “nulla di fatto” e si dichiara che c’e’ “una situazione di paralisi che si riverbera negativamente sulla situazione delle aziende nostre associate le quali, oltre a vantare crediti, non registrano novita’ sul fronte di nuovi ordini. Una situazione che non potra’ non determinare il ricorso allo strumento della cassa integrazione”.
C’e’ poi una lettera ai sindacati Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl, ai quali Aigi chiede un “incontro urgente, stante la gravissima situazione che si registra in AdI dopo l’ennesimo rinvio del consiglio di amministrazione della societa’”. Incontro, quello con le sigle, che servira’ a formalizzare l’avvio della procedura di cassa.
Alle stesse sigle sono state inviate per conoscenza anche le altre due lettere: quella ai vertici societari e quella all’azienda Acciaierie. In quest’ultima – destinatario e’ l’ufficio acquisti – Aigi fa presente che diverse aziende “si ritrovano a fare i conti con ordini d’acquisto la cui validita’ e’ contrassegnata fino al 15/01/2024, mentre la data di consegna dell’ordine al 29/12/2023”. Poiche’ nella riunione di maggio scorso, le imprese “hanno appreso ufficialmente che a far data della scadenza dell’ordine, l’ufficio acquisti non avrebbe processato i relativi Map successivi a tale data”, si chiedono “delucidazioni urgenti in merito alla continuita’ produttiva. In assenza di risposte, le aziende, in autotutela, eseguiranno esclusivamente il riassetto e la messa in sicurezza dei propri cantieri”.
I Map sono un documento relativo ai lavori affidati in appalto alle imprese, mentre l’indotto di Aigi e’ quello che in parte, non essendo stato pagato dall’ex Ilva per i lavori fatti, questo mese ha corrisposto solo lo stipendio e non anche la tredicesima. L’indotto ha dichiarato che, a fronte di uno scaduto consuntivato in circa 70 milioni a fine novembre, nei giorni scorsi sono arrivati da Acciaierie bonifici solo per una quota, circa 7 milioni. Questo ha permesso ad alcune aziende di fare qualche passo avanti circa le retribuzioni ai dipendenti, ma la situazione resta comunque critica sia per il saldo dei pagamenti che per i nuovi ordini di lavoro. (AGI)