“Nonostante il finanziamento erogato dallo Stato a inizio anno, il management pubblico-privato aziendale non sta mantenendo gli impegni presi”
“In caso di mancata convocazione ci autoconvocheremo presso la vostra sede istituzionale anche con le nostre rappresentanze sindacali unitarie. Non possiamo assistere a quanto si sta determinando e chiediamo al Governo di esercitare le proprie prerogative pubbliche e di azionista per determinare il necessario cambiamento di cui Acciaierie d’Italia ha bisogno“. É quanto affermano i segretari generali di Fim Cisl, Roberto Benaglia, Fiom Cgil, Michele De Palma, e Uilm, Rocco Palombella, in una lettera sull’ex Ilva al premier Giorgia Meloni e ai ministri Urso, Pichetto Fratin, Giorgetti, Calderone e Fitto, chiedendo un incontro.
Scrivono i vertici sindacali al presidente del Consiglio: “L’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, a partire dal subentro della gestione ArcelorMittal, sta vivendo una fase di abbandono e pericoloso declino destinata nel giro di pochissimo tempo a consegnarla ad un irreversibile condizione di spegnimento con gravissime conseguenze occupazionali oltre che industriali, senza tenere conto dei numerosissimi incidenti che si verificano quotidianamente nei luoghi di lavoro e che mettono a rischio la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Secondo Fim, Fiom e Uilm nazionali, “nonostante il finanziamento erogato dallo Stato a inizio anno, il management pubblico-privato aziendale non sta mantenendo nessuno degli impegni presi sui volumi produttivi, gli investimenti, il funzionamento e la manutenzione degli impianti, sul pagamento delle ditte di appalto”. (AGI)