Per Milano partiranno solo i segretari di Fim, Fiom e Uilm insieme ad un ristretto numero di delegati di fabbrica, che si uniranno ai rappresentanti degli altri siti
Retromarcia sullo sciopero nell’ex Ilva a poche ore dalla data ultima per farlo, domani 23 novembre. Uscendo da Palazzo Chigi lo scorso 9 novembre e manifestando tutta la loro insoddisfazione per l’incontro col Governo su Acciaierie d’Italia, i leader nazionali di Fim, Fiom e Uilm dissero che entro il 23, giorno in cui si riunira’ a Milano l’assemblea dei soci di Acciaierie (Arcelor Mittal e Invitalia), ci sarebbero state altre 8 ore di sciopero dopo quelle effettuate il 28 settembre a Taranto, il 2 ottobre a Genova e ancora il 20 ottobre con manifestazione a Roma.
La data della nuova protesta – fu annunciato – sarebbe stata decisa dalle singole realta’. Ma a Taranto non ci sara’ sciopero. Alla fine, i sindacati hanno deciso di effettuare solo un sit in domani, dalle 10.30 alle 13, in viale Certosa a Milano, dove e’ la sede legale della societa’, in contemporanea all’assemblea dei soci.
Da Taranto per Milano partono solo i segretari di Fim, Fiom e Uilm insieme ad un ristretto numero di delegati di fabbrica, che si uniranno ai rappresentanti degli altri siti.
I sindacati hanno deciso di soprassedere allo sciopero a Taranto per due motivi: difficolta’ a sensibilizzare i lavoratori, “che sono ormai stanchi”, ad un’ulteriore astensione dal lavoro dopo che ce ne sono state gia’ due (a settembre e ottobre) in breve tempo e volonta’ di non arrecare un ulteriore danno economico, con la perdita della giornata di lavoro, “a chi, in un mese, lavora solo una settimana e per il resto e’ in cassa integrazione”.
In quanto all’assemblea dei soci di domani, potrebbe chiudersi con un nulla di fatto o con un nuovo rinvio in quanto il privato Mittal non ha ancora esplicitato la sua volonta’, anche se l’azienda e’ ormai allo stremo dal punto di vista finanziario e produttivo. (AGI)
