venerdì 18 Ottobre 24

Ex Ilva, Uilm: “Senza l’avvio dell’altoforno 5 il futuro della fabbrica è a rischio”

Tiziana Bocchi, segretaria confederale Uil e Guglielmo Gambardellae segretario nazionale Uilm responsabile per la siderurgia commentano l’incontro al MIMIT con il ministro Adolfo Urso: “Scenario ancora tutto da realizzare”

A rischio il rilancio dell’ex Ilva ed il futuro dell’azienda e dei suoin lavoratori senza il riavvio immediato dell’altoforno 5: è quanto dichiarano Tiziana Bocchi e Guglielmo Gambardella, rispettivamente segretaria confederale Uil e segretario nazionale Uilm responsabile per la siderurgia, a margine dell’incontro odierno presso il Mimit su Acciaierie d’Italia.

“Senza il riavvio immediato dell’altoforno 5- spiegano i sindacalisti – visti gli altri altoforni a fine vita, non ci sarà il rilancio dell’ex Ilva, non si potrà avere il tempo di gestire la transizione, e non potranno essere alimentate le linee finitrici di Taranto, Genova e Novi che creano il valore aggiunto all’azienda e che consentono il totale riassorbimento dei lavoratori. Insomma, se non ci sara’ tutto questo, l’ex Ilva non avrà un futuro”.

Per Gambardella e Bocchi lo scenario presentato oggi dal ministro Urso “è tutto da realizzare”, dal momento che “i tempi restano una grande incognita”.

“Vogliamo ricordare – aggiungono – che con il rispetto dell’accordo del 6 settembre 2018 avremmo dovuto avere il Gruppo ex Ilva già rilanciato, una produzione di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio liquido, tutte le linee di finitura in marcia per un output di 10 milioni di tonnellate complessive con il graduale rientro in fabbrica
dei lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria”.

“Oggi, invece – concludono i due esponenti sindacali – abbiamo 5mila lavoratori di Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione straordinaria in cassa integrazione, impianti deteriorati e fermi, condizioni economiche e finanziarie disastrose. A nostro avviso, pero’, ci sono le condizioni di mercato per rilanciare da subito l’ex Ilva, senza contare che nel 2022 abbiamo importato oltre 6 milioni di tonnellate di coils”.

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