domenica 7 Luglio 24

Ex TCT, i sindacati chiedono incontro al Prefetto di Taranto

C’è il rischio tensioni sociali derivanti da una situazione caratterizzata da precarietà e incertezza: desta preoccupazione il silenzio perdurante del Governo, ma sulla vicenda non si espresso recentemente nemmeno Melucci

Incertezza e precarietà: sono le condizioni che caratterizzano in questi giorni di silenzio la situazione dei 330 ex TCT, dopo la scadenza dell’IMA avvenuta lo scorso 1 aprile.

I sindacati aumentano il pressing sul Governo e le istituzioni nel tentativo di ottenere risposte rassicuranti.

Per questo motivo, dopo la lettera indirizzata ai ministri Salvini e Calderone con cui si chiede una proroga dell’IMA di almeno 12 mesi, attraverso la quale permettere la prosecuzione dell’iter di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori portuali, anche grazie al protocollo d’intesa siglato ai primi di marzo da AdSP del Mar Ionio e Regione Puglia, i sindacati si rivolgono ora al Prefetto di Taranto, Paola Dessì.

La missiva è indirizzata per conoscenza anche al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Sergio Prete e al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, da parte del quale al momento non è stato registrato alcun intervento sulla situazione degli ex TCT.

Le segreterie territoriali di CGIL CISL UIL, unitamente alle categorie di riferimento di Filt CGIL, Fit CISL e Uiltrasporti UIL, chiedono un incontro urgente al Prefetto per poter discutere di quanto sta accadendo.

Ancora una volta, i sindacati parlano delle “possibili tensioni sociali” derivanti dalla mancanza di reddito per 330 lavoratori: effettivamente il clima tra gli ex TCT non è dei migliori, c’è stanchezza, disillusione, ma soprattutto grande preoccupazione per il proprio futuro.

Si tratta, infatti, in gran parte di lavoratori per i quali la ricollocazione sul mercato del lavoro potrebbe risultare particolarmente difficile, sia per l’età che per il mancato aggiornamento professionale delle proprie competenze in questi anni.

Per questo motivo e alla luce degli investimenti pubblici sul Porto di Taranto, nonchè delle numerose e finalmente concrete occasioni lavorative che si prospettano, il percorso migliore da seguire è certamente quello di una riqualificazione attraverso i corsi annunciati dalla Regione, in vista del riposizionamento all’interno delle aziende che si stanno insediando nell’area portuale ionica.

Ma a destare maggiormente preoccupazione è il silenzio del Governo, a cui si aggiunge quello del primo cittadino: quello di cui gli ex TCT potrebbero aver bisogno, oltre alla possibilità concreta di tornare a sentirsi socialmente utili ed economicamente stabili, è sicuramente una maggior vicinanza da parte delle istituzioni, anche locali.

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