venerdì 14 Marzo 25

Ex TCT, ora serve accelerare

Il segretario generale di Uiltrasporti Taranto, Carmelo Sasso, commenta la riduzione a 3 mesi della proroga alla Taranto Port Workers Agency: “Abbiamo chiesto un incontro urgente ai parlamentari ionici e alla TASK FORCE regionale: è necessario uno sforzo congiunto per completare il processo di ricollocazione dei 338 lavoratori del Porto di Taranto”

Tra i tarantini che hanno passato un Natale tutt’altro che sereno ci sono i 338 lavoratori ex TCT.

Per loro ancora nessuna indennità di mancato avviamento a dicembre e, dulcis in fundo, un’altra doccia fredda: nel testo del decreto Milleproroghe la proroga della Taranto Port Workers Agency avrà validità di soli tre mesi e non di cinque, come detto inizialmente.

Un risultato decisamente deludente rispetto alla richiesta iniziale di 24 mesi.

Ora, quello che tutti si chiedono è se la proroga della clausola sociale fino a marzo 2024 sarà sufficiente a permettere una ricollocazione di questi lavoratori nelle aziende che si stanno insediando nel Porto, senza trascurare la riqualificazione necessaria.

Abbiamo posto questo quesito al segretario generale di Uiltrasporti Taranto, Carmelo Sasso.

Il segretario generale di Uiltrasporti Taranto, Carmelo Sasso

La mini proroga alla TPWA è diventata, se possibile, ancora più ridotta: riqualificare e ricollocare 338 lavoratori rischia di diventare una vera e propria mission impossible

E’ assolutamente ovvio che i tre mesi non saranno sufficienti a riqualificare i 338 ex TCT; per questo motivo, proprio questa mattina le segreterie territoriali di Taranto di Uiltrasporti, FIT-CISL e FILT-CGIL hanno inviato due richieste: la prima è indirizzata ai parlamentari ionici e richiede un incontro urgente al fine di analizzare e metter in campo congiuntamente tutte le azioni necessarie a tutelare questi lavoratori e, più in generale, allo sviluppo del porto tarantino.

La seconda, rivolta all’assessore regionale al Lavoro, Sebastiano Leo, a quello dello Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci e al presidente del Comitato SEPAC, Leo Caroli, chiede un incontro urgente alla TASK FORCE regionale per attivare nell’immediato le procedure necessarie alla riqualificazione degli ex TCT.

Conoscendo i tempi della Regione tre mesi serviranno solo per iniziare il percorso di riqualificazione.

Il decreto Milleproroghe dovrà seguire il suo iter parlamentare ma già inizialmente avevamo dichiarato che la proroga non potrà risolvere il problema: come sindacati abbiamo intenzione di continuare il nostro programma iniziale e chiedere, in collaborazione con i nostri parlamentari, che i tempi dello strumento normativo siano allineati a quelli di insediamento delle aziende nel porto.

Bene, quindi, la proroga ponte che ha permesso ai lavoratori di non perdere l’IMA ma soprattutto la clausola sociale, strumento essenziale per la loro assunzione nelle imprese del porto tarantino, ora però dobbiamo accelerare, con l’obiettivo finale di azzerare i lavoratori ancora a casa.

Quali sono i prossimi passi da compiere per accelerare questo processo?

L’unico modo per salvare gli ex TCT è il lavoro, non ci sono alternative.

Il percorso è tracciato ma ora dobbiamo trovare le risorse per concretizzare: innanzitutto è necessario un impegno fattivo da parte della Regione Puglia per la riqualificazione, dato che finora abbiamo sentito solo molte chiacchiere a livello regionale.

Anche Yilport deve comunicarci definitivamente le sue intenzioni e contribuire a ridurre i lavoratori da ricollocare assumendoli dal bacino del TPWA.

Infine continuiamo a chiedere la collaborazione dei parlamentari ionici affinchè portino all’attenzione del Governo la necessità di stanziare altre risorse per completare il procedimento: ricordo che dai 550 lavoratori siamo scesi a 338.

Questo Governo, a suo parere, ha un progetto concreto per il Porto di Taranto?

Il nostro progetto negli anni è stato supportato da tutte le forze politiche che si sono alternate all’esecutivo nazionale.

Ora siamo alla fase finale di questo percorso e confidiamo che il Governo Meloni, superate le sabbie mobili della Finanziaria, sappia trovare la decina di milioni di euro che servono a porre fine a questa problematica occupazionale.

Sulla mancata corresponsione dell’Indennità di mancato avviamento di dicembre si leggono commenti di vario genere, c’è chi teme addirittura che le risorse siano state bloccate

Assolutamente no, posso rassicurare che si tratta di questioni meramente tecniche relative al Ministero dei Trasporti, che hanno comportato un piccolo ritardo nella vidimazione dell’autorizzazione. Questo, unito ai giorni di chiusura dell’INPS in concomitanza con le festività, porta ad uno slittamento della corresponsione.

Gli stessi lavoratori possono confermare che ogni anno, nel periodo di Natale, capita un ritardo di pochi giorni.

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