“Le nostre aziende sono in difficoltà”
All’indomani del tavolo in Prefettura le aziende dell’indotto sotto l’egida di A.I.G.I. scrivono ai segretari generali di Segretari generali di Fim, Fiom, Uilm, Ugl e Usb. Dall’associazione si paventa il rischio di una mancata tredicesima da corrispondere ai lavoratori.
“Le nostre aziende sono finanziariamente in difficoltà dopo essersi indebitate a seguito della dichiarazione di Ilva in Amministrazione Straordinaria nel 2015.- spiega A.I.G.I. – Eppure, siamo in presenza di uno stabilimento la cui importanza è stata dichiarata “strategica” per il Pil dell’intera nazione. Una società “strategica” composta da Stato (Invitalia) e privato (Arcelor) in un momento di crisi deve essere finanziata e sostenuta dai propri soci. Dallo Stato e da Arcelor Mittal. Abbiamo accettato, e per un breve periodo, i pagamenti a 180 giorni con cessione del credito che sarebbe durato il tempo necessario affinché lo stabilimento riuscisse a riprendere la continuità produttiva. Breve periodo che si è prolungato per due anni”.
Dall’Associazione Indotto sono state proposte alcune possibili soluzioni al Governo “applicazione della scissione pagamenti (split payment); attivazione della legge 181/89 per la crisi industriale a favore delle imprese del territorio; Cig con pagamento diretto da parte dell’Inps indipendentemente dall’indice di liquidità”. Ma che secondo la stessa associazione sono rimaste “sulla carta”
“Ciò che chiediamo è che i soci, ognuno per la propria parte, ci offrano delle garanzie sui propri impegni per lo stabilimento ex Ilva. – conclude A.I.G.I. – Non ci facciamo scudo utilizzando i nostri dipendenti anzi, difendiamo il loro diritto al lavoro e a ricevere la retribuzione spettante che è fonte di sostentamento per oltre 4000 famiglie del territorio. siamo stati lasciati soli, senza certezze e senza prospettive. Dunque, abbiamo chiesto al Prefetto Dessì quale rappresentante territoriale del Governo di insediare un tavolo permanente di crisi per Taranto con tutte le associazioni di categoria. Perché Taranto ha bisogno ora come non mai di unire tutte le forze a prescindere dalle legittime posizioni di ognuno al fine di traguardare l’obiettivo unico che è la difesa dell’economia prevalente della città”.