martedì 29 Aprile 25

La quarta mafia pugliese non lambisce Taranto

La puntata delle Iene-Inside dell’altra sera lascia presagire una Puglia Felix in una Puglia che non è soltanto la California d’Italia. Per una volta i fumi, i veleni, le storie nere, i resoconti giudiziari riguardano gli altri. Non rilevarlo è un errore che può commettere chiunque, non noi di CosmoPolis

Nella Puglia criminale con la sua quarta mafia, in fila per tre con il resto di uno, raccontataci l’altra sera dal programma “Le Iene-Inside”, Taranto viene restituita – senza mai essere nominata – come la Puglia Felix di una Regione che non è solo la California d’Italia (copyright di Franco Tatò, si, ma nel senso opposto). Il fenomeno mafioso, le sue diverse articolazioni territoriali, scivolano via lungo il crinale delle coordinate temporali – e del racconto d’inchiesta – non lambendo, in nessuna circostanza, la città dei due mari. Si sarà trattato di una mera dimenticanza giornalistica? Probabile. La guerra di mala dei primi anni ’90 del secolo scorso, le oltre cento vittime cadute nella mattanza sanguinosa (e fratricida) della famiglia Modeo, in lotta alla fine contro se stessa e i suoi accoliti, avrebbero meritato almeno un passaggio per completezza d’informazione.

D’altro canto gli affari illeciti, la violenza intimidatoria, il sopruso come cifra culturale, attecchiscono ad ogni latitudine. E’ stato Leonardo Sciascia ad avercelo insegnato con le sue analisi letterarie, con pregiatissime anticipazioni sociologiche attorno al fenomeno mafioso. Ma Taranto, fatta salva quella parentesi, fissata in una certa zona grigia della sua vicenda contemporanea, con le partecipazioni statali a sollecitare appetiti di diversa natura, e le occasioni a fare l’uomo ladro sempre e comunque, in effetti ha una biografia differente rispetto alle altre province pugliesi. Non paragonabile al contrabbando delle sigarette che si era fatto sistema e antistato nel brindisino. Con la Sacra Corona Unita di stanza nell’area leccese (e brindisina: Mesagne per la precisione). Con la ripartizione di Bari in diversi quartieri d’influenza ad opera di famiglie criminali note agli organi inquirenti. Con la BAT, terra di mezzo, per le organizzazioni malavitose adriatiche e daune. Con Foggia epicentro, assieme alla sua provincia, di una mafia ancestrale specializzata nell’assalto ai furgoni: specie nel tratto autostradale di Cerignola.

Taranto con questa Puglia specifica, da cronaca nera prolungata, da quarta mafia, c’entra pochissimo. Nonostante certe narrazioni interessate –  e fallaci – l’abbiano voluta descrivere diversamente in tutti questi anni. Pericolosa e violenta invece che indolente e permissiva. Bene hanno fatto le iene a non comportarsi da iene. La città dei fumi e dei veleni intesi come rappresentazione metaforica, questa volta, riguarda altri. E’ volata altrove.

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