sabato 21 Dicembre 24

Processo per Giacomo Campo, giovane lavoratore morto stritolato nell’Ilva

Oggi in aula, il Comitato 12 Giugno e PeaceLink chiedono un impegno concreto per la sicurezza sul lavoro, onorando la memoria dell’operaio tragicamente scomparso

Oggi inizia il processo per la morte di Giacomo Campo, un giovane operaio dell’indotto Ilva, tragicamente scomparso mentre svolgeva il suo lavoro.

Presenti nell’aula F del tribunale, insieme al Presidente PeaceLink Alessandro Marescotti, Cosimo Semeraro, il presidente del Comitato 12 Giugno che da anni si dedica con passione ai casi delle vittime del lavoro, coinvolgendo anche le nuove generazioni, in particolare gli studenti, per mantenere viva la memoria di chi, come Giacomo, non è più tra noi.

Giacomo Campo è morto a soli 25 anni quando, nel settembre 2016, è rimasto schiacciato dai rulli dei nastri trasportatori durante un’operazione di manutenzione presso lo stabilimento siderurgico di Taranto. Questa è solo una delle troppe tragedie sul lavoro in Italia, “un fenomeno inaccettabile e purtroppo ricorrente”.

“Il Comitato 12 Giugno è impegnato da tempo a ricordare queste vittime, affinché la loro morte non sia vana. In segno di memoria e rispetto, ha fatto erigere 13 monumenti dedicati alle vittime del lavoro a Taranto e in provincia, ma l’impegno del comitato va oltre la semplice commemorazione. Il loro obiettivo è portare l’attenzione su un problema strutturale, sensibilizzando le istituzioni e la cittadinanza affinché simili tragedie non si ripetano”, dichiara Marescotti.

“Essere presenti oggi in aula non è solo un atto di solidarietà, ma un segnale forte: chiediamo giustizia per Giacomo Campo e per tutti i lavoratori che hanno perso la vita in circostanze simili. La sicurezza sul lavoro non può essere un optional, né un tema da affrontare solo quando le tragedie colpiscono. È un diritto fondamentale che deve essere garantito e rispettato ogni giorno. Ricordare Giacomo Campo oggi significa onorare la sua memoria e impegnarsi concretamente perché tragedie simili non si ripetano mai più. Mai più”, conclude il presidente di PeaceLink.

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