lunedì 2 Dicembre 24

Rinvio delle offerte per l’ex Ilva: c’è la cordata italiana

La scadenza per le offerte vincolanti slitta al 10 gennaio, mentre quattro aziende nazionali valutano una proposta collettiva

Con l’approssimarsi della scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione dell’ex Ilva, originariamente confermata per il 30 novembre, si prevede un possibile rinvio al 10 gennaio. Uno slittamento, suggerito dai potenziali offerenti stessi, dovuto alle complessità legate alla formulazione delle proposte e al tempo ristretto per analizzare i dettagli del dossier.

Curiosa la dinamica che starebbe emergendo da diverse fonti, secondo cui una cordata completamente italiana – comprendente aziende come Marcegaglia, Sideralba, Eusider e Industrie metalli Cardinale – starebbe valutando l’ipotesi di avanzare un’offerta collettiva per gli asset extra Taranto, focalizzandosi su siti come Novi Ligure, Racconigi e Salerno.

D’altra parte, la competizione per il controllo dell’intero gruppo sembra essersi ridotta a una corsa tra due grandi attori internazionali: gli indiani di Vulcan Green Steel e gli azeri di Baku Steel Company, quest’ultimi attualmente in vantaggio e in fase esplorativa. Gli investitori hanno infatti mostrato un particolare interesse per il polo siderurgico di Taranto e altri siti, con frequenti visite per sondaggi tecnici.

Cinque requisiti essenziali

I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia hanno inoltre definito cinque requisiti essenziali che i potenziali acquirenti devono soddisfare. Tra questi, lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia, la decarbonizzazione dei siti, la tutela dei livelli occupazionali, il sostegno alle comunità locali e la continuità operativa degli impianti. Il valore preliminare della cessione dell’azienda è stato stimato in 1,8 miliardi di euro, includendo anche la dismissione di alcuni magazzini.

La diffida di Acciaierie d’Italia

Intanto, ieri è arrivata la diffida dal ministero dell’Ambiente per i livelli eccessivi di emissioni di ossido di azoto rilevati nell’impianto di altoforno 4 di Taranto. Questo rilievo segue i controlli dell’Ispra e dimostra l’urgente necessità di adeguamenti ambientali da parte dell’azienda, che deve rispondere entro 30 giorni dalla diffida.

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