mercoledì 15 Gennaio 25

Taranto, la visione di Jindal per l’ex Ilva

Intervistato da Paolo Bricco per il Sole 24Ore, Narendra Kumar Misra ha presentato i progetti e le idee per lo stabilimento siderurgico tarantino

La creazione di un “Green Industrial Cluster” e numerose iniziative per migliore la qualità della vita a Taranto al centro della visione di Narendra Kumar Misra, direttore delle operazione europee di Jindal Steel International. Il 10 gennaio sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte vincolanti e, oltre al gruppo indiano, Bedrock Industries e Baku Steel Company hanno manifestato interesse  per l’acquisto degli impianti.

Intervistato da Paolo Bricco per il Sole 24Ore, Misra ha affermato che Acciaierie d’Italia rappresenta un’opportunità fondamentale per integrare gli investimenti fatti sul DRI a basse emissioni di CO2 in Oman, consolidando così la loro presenza nel mercato europeo. Gli impianti in costruzioni in Duqm potranno fornire DRI a Taranto riuscendo a garantire la produzione di 6 tonnellate di acciaio mediante l’integrazione di un altro impianto DRI nella città ionica e all’impiego di rottame aggiuntivo.

Sul tema della decarbonizzazione, Misra ha evidenziato che il progetto prevede degli investimenti superiori ai 2 miliardi di euro destinati alla modernizzazioni degli impianti. “Un elemento cruciale di questa trasformazione è rappresentato dalla graduale dismissione degli altoforni entro il 2030, che saranno sostituiti dall’installazione di due forni ad arco elettrico (EAF) con una capacità produttiva di 6 milioni di tonnellate all’anno. – Afferma rispondendo a Bricco – Durante la fase di transizione, il DRI sarà inizialmente importato dall’Oman, con la prospettiva di realizzare impianti DRI anche a Taranto, in via subordinata alla stipula di accordi di fornitura di gas a lungo termine e alla disponibilità di incentivi da parte del governo italiano.”

Parlando del futuro dello stabilimento tarantino, il direttore delle operazioni europee di Jindal Steel International ha evidenziato la volontà di investire anche in linee di produzione di acciai rivestiti organicamente e acciai elettrici per la produzione di acciaio specializzato a basse emissioni da destinare a segmenti di nicchia e alta gamma.

Sul tema dei lavoratori e delle dimensioni ottimali dell’ex Ilva per Misra “l’obiettivo è quello di mantenere il personale necessario per gestire la transizione verso una produzione più sostenibile, adattando il numero di operai in base alle necessità operative e alle dinamiche del mercato. Una volta completata la trasformazione, con i nuovi forni elettrici da 6 milioni di tonnellate all’anno, saranno possibili nuove assunzioni nelle fasi a valle e in settori strettamente legati alla produzione di acciaio.”

Il rappresentante di Jindal Steel International si è poi soffermato sugli impianti di Novi Ligure e Genova, considerati essenziali per il successo e per la sopravvivenza dello stabilimento di Taranto. “Il nostro obiettivo è trasformare l’Italia da un paese importatore netto di acciaio a uno esportatore netto. Novi Ligure si specializzerà nella produzione di coils laminati a freddo, coils zincati a caldo, e lastre e coils tagliati, mentre Genova si concentrerà su coils decapati a caldo, banda stagnata e acciaio senza stagno. – Afferma -Taranto sarà il cuore delle nostre operazioni di acciaio a basse emissioni, con due forni elettrici ad arco da 3 milioni di tonnellate all’anno, alimentati da DRI prodotto dal nostro gruppo, con una dipendenza minima dai rottami, la cui disponibilità è fortemente limitata in tutta Europa.

Durante l’intervista Misra ha aperto alla possibilità di una collaborazione con un partner industriale italiano. “Jindal vanta una lunga storia di collaborazione con Danieli, leader mondiale nella produzione di tecnologie e attrezzature per la produzione dell’acciaio. A Danieli abbiamo infatti commissionato i due nuovi impianti DRI in Oman. Inoltre, è nostra intenzione coinvolgere molti altri fornitori italiani, sia manifatturieri che di servizi.”

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