domenica 7 Luglio 24

Taranto, manca il personale per la Base Navale. Il 10 aprile il sit-in di protesta

Il coordinatore nazionale CISL per il comparto Difesa, Massimo Ferri: “Quello che avviene a Taranto è lo specchio di quanto sta accadendo al Ministero della Difesa”

“La più grande Base Navale Italiana continua a non essere considerata nei piani assunzionali del Ministero della Difesa”.

È il grido di allarme di Fp Cisl, Fp Cgil, Usb, Uilpa e della segretaria FLP a proposito della Maristanav e delle gravi carenze di personale civile, già emerse nei mesi scorsi.

“Inoltre – proseguono i rappresentanti sindacali – anche il personale militare che transita nei ruoli del personale civile per motivi di salute, a dispetto delle enormi carenze già lamentate da tempo dalla Rsu e dalle oo.ss., in seguito a una circolare che non tiene conto delle situazioni tutelate e dello stato di salute di queste persone, viene in questi ultimi mesi trasferito in tutta Italia”.

Per queste motivazioni le sigle hanno indetto un sit-in di protesta che si terrà mercoledì 10 aprile, dalle ore 8 alle ore 10, all’ingresso principale della Base Navale.

Secondo i sindacati alla base della situazione attuale ci sarebbero “logiche nazionali” fatte di blocco del turn over e di riduzione dell’organico: criticità davanti a cui ora i lavoratori civili della Maristanav dicono basta.

È una manifestazione che nasce spontaneamente da un’esigenza forte – spiegano i sindacati – percepita direttamente dai lavoratori, che non vogliono continuare ad essere semplici spettatori delle logiche nazionali che hanno comportato questa situazione, ma desiderano essere protagonisti. I lavoratori, la Rsu e le oo.ss. aziendali non ci stanno a subire ancora passivamente e vogliono essere “QUI E ORA” a protestare per la risoluzione di una problematica non più rinviabile”.

A spiegare più approfonditamente le cause e le possibili soluzioni di questa vicenda ai microfoni di CosmoPolis è Massimo Ferri, coordinatore nazionale della CISL per il comparto Difesa.

Massimo Ferri, coordinatore nazionale CISL per il comparto Difesa

Cosa sta succedendo alla Base Navale di Taranto?

“La vicenda della Base Navale è lo specchio di quanto sta accadendo all’interno del Ministero della Difesa, in cui il personale civile sarà dimezzato entro la fine dell’anno rispetto alla tabella organica nazionale di 20mila unità, già considerata non sufficiente dagli Stati maggiori.

La stessa cosa avverrà a Taranto, una città condizionata in maniera significativa, nel tempo, dalla Marina Militare: al termine del 2024 mancheranno circa duemila persone e le attività da loro svolte non potranno più essere garantite.

Lo scorso 21 febbraio, come organizzazione sindacale, abbiamo partecipato ad un’audizione in Commissione Difesa del Senato, durante la quale abbiamo esposto questa criticità, chiedendo di assumere personale qualificato e di cambiare il sistema di reclutamento.

Esiste poi, all’interno di questo problema, il caso degli ex lavoratori militari che transitano ad impiego civile per motivi di salute e che devono essere assegnati a destinazioni sparse per l’Italia, mettendo a rischio economicamente e socialmente le proprie famiglie.

Si tratta di dipendenti che possiedono conoscenze professionali utili alle attività da svolgere qui in loco e che rischiamo di disperdere e danneggiare.

Quali sono le cause di questa situazione?

Le ultime assunzioni nel MInistero della Difesa risalgono ai primi anni ’80: esiste, quindi, un forte ritardo nella tempistica dei concorsi che sta manifestando ora i suoi effetti, con il pensionamento delle unità assunte quarant’anni fa e la conseguente carenza di organico.

Cartina di tornasole di quanto sta accadendo a Taranto è sicuramente il clamoroso flop del concorso per l’Arsenale: a fronte di 315 posti ne saranno occupati poco più della metà perchè le commissioni erano inadeguate a selezionare i profili tecnici, nonostante oltre 5mila domande pervenute. Ecco perchè è necessario intervenire anche sulle modalità di selezione del personale.

Qual è il rischio che corre la Base Navale di Taranto?

Quello di non poter più svolgere determinate attività, per mancanza di ricambio generazionale e di passaggio delle competenze tecniche, bagaglio imprescindibile per questi profili professionali.

Penso, ad esempio, al SEN (servizio efficienza navi), composto essenzialmente da officine di pronto intervento, che racchiude professionalità preziose per il funzionamento delle navi.

È ovvio, inoltre, che questa mancanza di determinate professionalità porterà a delle esternalizzazioni, con costi elevatissimi e la conseguenza di minare ulteriormente il tessuto sociale di una città come Taranto, già vessata da tante vertenze occupazionali.

C’è grande preoccupazione da parte nostra per questa città: con questo sit-in, inoltre, vogliamo accendere un faro sulla Base Navale tarantina, la più grande d’Italia, ma di cui l’opinione pubblica spesso ignora le caratteristiche, le attività svolte e le criticità che attraversa.

Quali sono i prossimi passi della CISL in tal senso?

Il 18 aprile incontrerò il Capo di Stato Maggiore della Marina MIlitare italiana e il sottosegretario alla Difesa, per chiedere che il personale ex militare che transita all’impiego civile sia utilizzato per dare continuità alle attività presenti sul territorio tarantino.

Con il sit-in del 10 aprile, inoltre, chiediamo con massima urgenza nuovi concorsi per assumere il personale necessario.

Desidero precisare che si tratta di un’iniziativa priva di alcun intento polemico e mossa da intenzioni meramente costruttive: vogliamo fare gli interessi del territorio.

In definitiva, la richiesta che facciamo al Ministero della Difesa è quella di assumere giovani, per concretizzare quel ricambio generazionale utile anche al passaggio delle competenze che sta riducendo le figure professionali in modo drastico sul nostro territorio.

Articoli Correlati