mercoledì 12 Marzo 25

GIOCO A DUE

Le Olimpiadi invernali di Milano Cortina e i Giochi del Mediterraneo di Taranto. Scoprite dov’è la differenza. Ci permettiamo di darvi un consiglio. Emulate il metodo d’indagine di Alberto Ronchey, l’ingegnere del giornalismo italiano. I numeri spiegano tutto. Sempre

Esiste una linea della palma anche nello sport. Nei Giochi. Quella dei Giochi Olimpionici di Milano Cortina. E quella dei Giochi del Mediterraneo di Taranto. Non quella evocata da Leonardo Sciascia che si spostava, neanche tanto lentamente, a Nord nascendo a Sud. Che rendeva il fenomeno mafioso de-localizzato (e globale) al pari di una qualsivoglia impresa capitalistica. Emigrante prima che il fenomeno migratorio implodesse in una lotta senza senno tra poteri dello Stato. No, questa è una linea di demarcazione. Di netta differenzazione. Una linea che racchiude senza includere. Se fossero ancora tra noi i Giustino Fortunato e i Gaetano Salvemini, i Guido Dorso e i Tommaso Fiore, l’avrebbero ribattezzata la linea della nuova ‘Questione Meridionale’. E della sproporzione tra due eventi sportivi internazionali che verranno celebrati il prossimo anno nel nostro Paese. In Italia, nazione che difetta nelle nozioni. Troppo lunga per ricomporre ad unità quanto sta sopra a Roma con quanto le sta sotto.

I numeri diceva Alberto Ronchey spiegano tutto. Non a caso soprannominato l’ingegnere del giornalismo italiano per questa sua fissa sui dati statistici. E i numeri che intercorrono tra le Olimpiadi invernali di Milano Cortina (6-22 febbraio 2026) e i Giochi del Mediterraneo di Taranto ( 21 agosto-3 settembre 2026) non solo spiegano, ma inchiodano. Fissano una sproporzione enorme. Relegano il Sud Italia in un ulteriore Cono Sud del mondo. Per organizzare i primi serviranno 5,7 miliardi di euro; se, nonostante il sindaco di Taranto, si riuscissero a tenere i Giochi del Mediterraneo il Governo non avrà stanziato alla fine più di 300 milioni di euro. Una grandezza quasi venti volte più piccola. Della serie: loro sono all’ultimo anno di università, noi siamo ancora studenti fuori corso all’asilo nido.

Se si sfogliano poi i giornaloni giornaletti italiani, i grandi gruppi industriali hanno già cominciato a comprare pagine e ad elargire denaro contante per l’evento di Milano Cortina. L’Enel, solo per fare un esempio, ha già “acceso” i Giochi. Quei Giochi, perché sugli altri si resta al buio, hanno staccato la luce. A Milano Cortina è nata una fondazione che sovraintende la manifestazione sportiva; a Taranto, il Comune si commissaria, poi si (de)commissaria, poi chi ci capisce qualcosa è bravo. A Milano Cortina il Villaggio Olimpionico, una volta terminato l’evento, diventerà il più grande studentato d’Italia con i suoi 1700 posti letto. A Taranto il Villaggio Olimpionico non esiste, ma galleggia. Un salvagente prima che un salva-giochi. A Milano Cortina si sono già staccati migliaia di biglietti, acquistati dagli appassionati degli sport invernali; a Taranto non si è ancora capito chi stacca i biglietti. A Milano Cortina hanno come sindaco Sala; a Taranto possiamo contare sul n-astro nascente di Melucci. Molto poco adesivo. Un Paese, due Giochi. E la linea della palma che, in questa circostanza, proprio non vuole saperne di spostarsi. Con buona pace dell’autore de “Il giorno della civetta”.

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