venerdì 18 Ottobre 24

Il maggio fiorentino

Stellato accompagna Melucci da Renzi. Il giorno dopo, sempre Melucci, scrive una lettera da chiamata alle armi contro Elly Schlein. Attenti alla tempistica, non è casuale. In politica spiega tutto

Uno schiaffo al Pd, il suo partito. Un abbraccio a Matteo Renzi, con l’intercessione di Massimiliano Stellato. La strategia del sindaco di Taranto somiglia ad un temporale estivo dopo un’estenuante giornata di scirocco. Ricorda il pendolo di Foucault: si muove con la forza della confusione, inseguendo i cicli lunari, come se a sospingerlo fosse l’inerzia della disperazione. Il giorno prima incontra l’ex premier a Roma, il giorno dopo verga di suo pugno una lettera che sa di chiamata alle armi contro il segretario Dem, Elly Shlein. La tempistica è quanto mai sospetta. La logica anche. Sempre che ve ne sia una quando di mezzo c’è Melucci, con le ragioni della pancia sovente a prevaricare quelle della testa. Un indizio è un indizio; due indizi rappresentano una coincidenza. Tre indizi schiudono la porta ad una prova. Procediamo con ordine, però. Cercando di mettere i pezzi del puzzle l’uno accanto all’altro. Provando a ragionare al di là delle apparenze politico-giornalistiche. Chi promuove il ricorso presso la Consulta contro la nomina di Massimo Ferrarese a commissario dei Giochi del Mediterraneo? Melucci? Colui che i Giochi dovrà ospitarli alla fine? Il proprietario di casa divenuto nel frattempo affittuario. Ma figuriamoci. Lo fa Emiliano, in solitudine, senza ricevere alcun esplicito sostegno dal primo cittadino jonico. Perché poi Rinaldo (in campo) scende in campo con una tale determinazione sull’Accordo di Programma inerente l’ex Ilva, arrivando a criticare pubblicamente il nuovo segretario nazionale del Pd?  Poco attenta, e assai distratta secondo il suo ragionamento, ai destini industriali di Taranto e del Mezzogiorno? Non ricordo i suoi predecessori (della Schlein, intendo) aver seguito un canovaccio diverso sul tema. Davvero l’inquilino di stanza a Palazzo di Città pensa che il nostro sole dell’avvenire possa conquistarsi con la nascita di rigassificatori, dissalatori e nuovi impianti inquinanti? Nella città emblema delle stragi di Stato, dello sviluppo senza progresso, delle transizioni ecologiche strozzate in gola, i comportamenti del sindaco sembrano essere più in linea con logiche di tipo imprenditoriale che politiche. Di uomo di parte a cui sfugge il tutto. Meno male che c’è Massimiliano Stellato, divenuto ormai il consigliere più ascoltato. L’elastico di una maggioranza pronta ad allungarsi qualora dovesse restringersi per una circostanza qualsiasi. L’esemplificazione di un potere che ha scaricato definitivamente a mare il progetto. Difficile costruirsi un futuro dentro Il Pd: Emiliano, Decaro, il sindaco di Lecce. Tutti vengono comunque prima di Melucci. Tutti contano più di lui. C’è vita dopo il secondo mandato? La chiacchierata dell’altro giorno con Matteo Renzi è servita a questo. A sciogliere l’amletico interrogativo. Con la disperata richiesta di asilo politico portata in dote al nuovo direttore del Riformista. Il maggio tarantino è un maggio fiorentino. Qualcuno abbia cura di avvertire San Cataldo…

 

 

 

 

 

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