giovedì 26 Dicembre 24

La notte della Taranto

A Melpignano si balla tutta la notte perchè si possa guarire, alla fine, dal pizzico del ragno. Lenire i tarantolati. A Taranto è la notte a farsi beffa del ballo. Siamo fermi, come immobilizzati, al passaggio tra l’11 e il 12 novembre del 1940. Relegati nelle braccia di Morfeo, coltiviamo l’anarchia della parola. E la pigrizia del gesto

La musica che cura e lenisce. La pizzica che guarisce con acribia il “pizzicato”. Con fare meticoloso. Che allontana la tarantola, il ragno velenoso, dalle sue prede preferite: i lavoratori dei campi in Salento. Nella “Notte della Taranta” c’è redenzione, riscatto, un’ultima soluzione insperata da caldeggiare. Esiste un’alba, un nitore, una luce improvvisa in grado di sconfinare nel buio per annullarlo. Nella “Notte di Taranto”, invece, sembra essere rimasti fermi ai bombardamenti che si abbatterono sulla città nella notte tra l’11 ed il 12 novembre del 1940, ad opera della Royal Navy britannica. E’ notte soleggiata quella di Melpignano; è la nottata che non vuole passare quella di Taranto (non ce ne voglia il grande Eduardo De Filippo). La “Notte della Taranta” è versione femminile, fertile, matriarcale, e per queste stesse ragioni gravida di speranze, della “Notte della Taranto”. Che, invece, induce nel pessimismo; in una sorte di rassegnata indolenza. Nella mercificazione imperitura del gesto agognato e trascurato.

In Salento si balla tutta la notte, in maniera forsennata, per salvarsi; qui, da noi, è la notte a farsi beffa del ballo (e delle sue virtù salvifiche). A soggiogarlo nelle braccia di Morfeo. A spegnere il movimento in una stasi senza costrutto. In politica, nell’economia, nello sport (il tifo organizzato della locale squadra di calcio risulta essere tra i più invisi d’Italia, chissà perché poi?), in quel che si spaccia come offerta culturale. Siamo stati pizzicati dal ragno del disfattismo. In circolo, nel nostro sangue, avanza il veleno dell’anarchia parolaia. Dell’invidia nutrita verso il merito. Della diversità scambiata per dis-abilità. Dell’effetto placebo rivelatosi come suo contrario: l’effetto nocebo. Nel Salento, grande o piccolo che sia, c’è notte e notte. Pizzico e pizzico. Taranta e Taranto. Di giorno, il pudore. Di notte, l’amore. Magari fosse così.

Articoli Correlati

La grande piccola Taranto

Grande nei numeri, piccola nel racconto politico-culturale. Nelle suggestioni non sporcate dalle chiacchiere giornaliere. La fotografia dell'Istat commentata da CosmoPolis Taranto è la diciannovesima città...

RI-PORTO

Gugliotti possibile presidente dell'Autorità portuale di Taranto ci ricorda una vecchia vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera. La sua comprovata competenza - e...

La siccità umida di Taranto

Non è solo l'acqua di alcune fontane cittadine a scarseggiare. A sporcare, inaridendo, i monumenti locali. Manchiamo di tenuta civica, di anticorpi morali. Di...