domenica 27 Aprile 25

Ad uno stadio avanzato

Il Gewiss Stadium di Bergamo, l’Erasmo Iacovone di Taranto. CosmoPolis vi racconta la storia di due impianti diversi eppure uguali. Una volta tanto il povero Sud potrebbe mostrarsi più efficiente del ricco Nord

Lo stadio di Bergamo, il Gewiss Stadium, inaugurato ieri per la vittoriosa partita casalinga dell’Atalanta contro la Fiorentina. Lo stadio Erasmo Iacovone di Taranto che sarà ultimato, si spera, ad agosto del 2026 per ospitare la cerimonia d’apertura dei Giochi del Mediterraneo. Due storie diverse, due impianti sportivi differenti eppure uguali. Due vicende che meritano di essere raccontate da un’informazione che, per grandi linee, oltre la pubblicazione dei comunicati stampa non sa più andare. Da un giornalismo votato al copia ed incolla, quando non espleta funzioni da ufficio stampa (controllore e controllato, chi fa cosa?). Ma restiamo al pallone, al rettangolo di gioco, agli spalti che dovranno ospitare i tifosi. Lo stadio di Bergamo è costato all’incirca 100 milioni di euro, ci sono voluti più di cinque anni per ristrutturarlo, la sua capienza effettiva è di 21300 posti. Le risorse finanziarie sono state tirate fuori direttamente dai privati. Dall’azienda elettrotecnica Gewiss, nella fattispecie, che mediante accordo commerciale con la società della famiglia Percassi ha acquisito i diritti di denominazione del complesso sportivo. Particolare non trascurabile, l’Atalanta gioca la Champions e milita nel massimo campionato calcistico nazionale.

Il nuovo Iacovone dovrà essere ultimata in 540 giorni, in appena un anno e mezzo. Altro che cinque anni e passa. Costerà 60 milioni di euro, con capitale interamente pubblico, e avrà una capienza di 21 mila posti tutti a sedere. Il Taranto, da aficionado dei colori rossoblu spiace doverlo ricordare, disputa un campionato di Lega Pro e quest’anno guarda la classifica dal basso verso l’alto. La comparazione oltre ad essere un metodo d’analisi, utilizzato spesso dalle scienze sociologiche, aiuta a capire fatti e circostanze nei distinguo oltre che nelle analogie. E, quella dei due stadi, di Bergamo e Taranto, è una storia che insegna una verità incontrovertibile. Oggettiva al di là di qualsiasi libera interpretazione. Diversa, ripetiamo, eppure uguale. Senza i Giochi, per come siamo messi, per la debolezza del nostro capitale privato, per la contrazione della spesa pubblica, specie quella dedita agli investimenti, chi ci avrebbe fatto la grazia? Quando mai avremmo avuto uno Iacovone ristrutturato e attrattivo? Il più moderno stadio di Puglia. Per una volta, con una punta di orgoglio, possiamo dirlo: la problematica Taranto potrebbe mostrarsi più efficiente della ricca – ed opulenta – Bergamo.

 

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