Intervista esclusiva al candidato sindaco di Crispiano, Fortunato Costantino. “Lopomo, in tutti questi anni, ha scambiato gli uffici comunali – e l’aula consiliare – per il palcoscenico di un teatro”
Perché uno stimato professionista, un medico come nel suo caso, avverte la necessità d’impegnarsi in politica? E di candidarsi alla carica più importante, quella di sindaco della comunità nella quale vive?
“Le ragioni sono diverse. Partiamo dalla più importante: l’amore che si nutre per i luoghi della nostra identità. E poi l’orgoglio dell’appartenenza. Una sorta di continua e reiterata tensione ideale per il proprio paese, come si usa dire dalle nostre parti”.
Bene l’amore. Bene l’orgoglio. Bene la tensione ideale. Ci sarà dell’altro, immagino.
“Crispiano è un realtà involuta, attraversata da un senso d’indeterminatezza e precarietà che non può più perdurare. Bisogna invertire, con tutta rapidità, il trend negativo di questi ultimi anni”.
Potrebbe essere più preciso?
“Ha mai visto il film The Truman Show’”.
Certo che l’ho visto.
“Ecco allora s’immagini che il nostro comune nei cinque anni appena trascorsi ha confuso, proprio come raccontato in quella intelligente pellicola di alcuni anni fa, la finzione con la realtà. Siamo divenuti schiavi della dittatura dell’apparenza, di una comunicazione autoreferenziale e fine a se stessa. Lopomo ha scambiato gli uffici comunali, e l’aula consiliare, per il palcoscenico di un teatro”.
Quali saranno i punti principali del suo programma amministrativo?
“Bisognerà dotare, nel più breve tempo possibile, la nostra municipalità di un Piano Urbanistico Generale: lo strumento-principe di pianificazione economico-territoriale. Con l’attuale sindaco e la sua maggioranza, invece, su questi aspetti non sono stati raggiunti risultati apprezzabili. Siamo fermi, nonostante si siano affidati incarichi per importi pari a circa 160 mila euro, alle mere declamazioni. Alle parole non seguite dai fatti. Punteremo molto sul commercio di zona, cercando di risalire la china rispetto alle 39 attività andate perdute negli ultimi anni. La transizione ecologica, la ricerca di un nuovo paradigma di progresso, è qualcosa di più importante che la semplice partecipazione a convegni o la ricerca del selfie a tutti i costi”.
Messi da parte i selfie, cos’è per lei la transizione ecologica?
“Trovare il giusto compromesso tra conservazione e progresso. Rendere, per esempio, il nostro territorio, la realtà delle 100 masserie, un volano di crescita economica nel rispetto della natura e degli ecosistemi esistenti. Promuovere politiche agricole, penso al pomodoro giallorosso da commercializzare e far conoscere oltre i confini nazionali, in grado di farci superare i ricatti esercitati sin qui dalla monocultura dell’acciaio. Divenire terra di mezzo, anello di congiunzione, tra il mare – e la vocazione mediterranea di Taranto – e la Valle d’Itria”.
Le viene mossa l’accusa di essere, con la sua candidatura, a capo di un comitato di affari?
“E chi lo dice, il sindaco? L’uomo anti casta che adesso abbraccia la casta. Il Cinque Stelle che, assieme ai suoi sodali di partito, affermava che al posto dell’Ilva sarebbe nato un grande luna-park? Il fan di Giuseppe Conte, di colui che pur di rimanere attaccato alla poltrona di premier si è alleato con tutti e il contrario di tutti. Con la Lega e Il Pd. Con la destra e la sinistra. Siamo seri, per favore. C’è ancora chi crede al fatto che gli asini volino? Il film è stato divertente, a tratti surreale, ma volge al termine ormai …”.
E’ vero che lei non vuole partecipare ai confronti elettorali con il suo avversario?
“Altra bufala raccontata ad arte da chi sente che il terreno comincia a franare sotto i propri piedi. Io parteciperò a confronti e dibattiti moderati da giornalisti professionisti, da figure terze dell’informazione, e non dai loro amici, parenti semmai di qualche candidato, improvvisati e impupazzati per l’occasione”.
‘Fortunato chi guarda al futuro’, recita lo slogan della sua campagna elettorale, grazie ad un gioco semantico con il nome che porta. Come immagina il futuro di Crispiano?
“L’idea di futuro si lega in maniera indissolubile con quella di sogno. Ma i sogni, senza la competenza, lo studio, la fatica e il duro lavoro, quasi mai si realizzano. Serve riportare al centro della nostra azione politica il tema della conoscenza, se non vogliamo ricadere nel trucco che si fa beffa della realtà. The Truman Show, per l’appunto”.