Il consigliere regionale di Forza Italia, Massimiliano Di Cuia, chiede un’audizione in Regione “per approfondire lo stato del procedimento di ampliamento delle volumetrie, così come richiesto dal gestore dell’impianto”
“Sta scoppiando la discarica di Manduria con gravi pregiudizi per l’ambiente e per la salute dei cittadini, costretti a sopportare olezzi nauseabondi che raggiungono il centro abitato: per questo, ho depositato una richiesta di audizione in V Commissione consiliare. Vogliamo approfondire lo stato del procedimento di ampliamento delle volumetrie, così come richiesto dal gestore dell’impianto”.
Così il consigliere regionale di Forza Italia, Massimiliano Di Cuia, interviene sulla vicenda che riguarda la discarica di Manduria.
“La Manduriambiente Spa – spiega Di Cuia – a sostegno dell’istanza, nel mese di luglio dello scorso anno aveva riferito al Comitato delle valutazioni ambientali (VIA) della Regione Puglia che ad aprile del 2022 la capacità ricettiva residua delle vasche in contrada “La Chianca” ammontava ad appena 5.000 metri cubi ancora liberi. L’iter amministrativo finalizzato all’ampliamento è ancora in corso e ha comunque ricevuto diversi pareri contrari dai numerosi enti coinvolti. I cittadini sono preoccupati e hanno ragione: inspiegabilmente, nonostante il conclamato esaurimento della capacità ricettiva della discarica, da qualche giorno nell’impianto viene convogliata, a seguito della chiusura della discarica di Cavallino, la maggior parte dei rifiuti prodotti dai Comuni della provincia di Brindisi, con gravi ripercussioni sull’ambiente e sulla salute pubblica. Riprese video documentano la presenza dei camion compattatori che per tutta la giornata stazionano sulla strada per San Cosimo, provocando disagi alla circolazione e danni all’ambiente per la perdita di liquami nocivi. C’è di più: nel raggio di 1 chilometro ci sono ben tre discariche e a circa 2 chilometri c’è un depuratore.
“Non si può attendere oltre – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – ed auspico che in Commissione si potrà pensare a soluzioni alternative che limitino i danni per un territorio che già tanto ha patito per problematiche di questo genere”.