lunedì 2 Dicembre 24

Ex Ilva, Emiliano: “L’Ue non deve definanziare dal Pnrr la decarbonizzazione”

“L’Europa si gioca la faccia  perché è la misura dell’impegno europeo per cambiare il senso tecnologico per la produzione dell’acciaio”

“Chiederemo all’Unione Europea di non consentire il definanziamento dal Pnrr per i lavori legati alla decarbonizzazione degli impianti dell’Ex Ilva di Taranto”. Lo ha afferma il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano durante la conferenza stampa al Meeting di Rimini. “I lavori sono in perfetta linea con le date di rendicontazione del Pnrr e non c’è nessuna ragione per definanziare o ritardarne l’esecuzione”.

Emiliano ha spiegato che la Puglia è impegnata con l’Unione Europea per la decarbonizzazione dei suoi impianti e in particolare dell’impianto siderurgico di Taranto. “La società del governo italiano che gestisce l’ex Ilva affittando il ramo d’azienda, ha appena aggiudicato la gara che consentirà una rivoluzione tecnologica senza precedenti che consente la riduzione diretta che elimina la necessità del carbon coke nella produzione di acciaio abbattendo le emissioni nocive del 95% e quelle di CO2 del 50%. – Afferma il governatore pugliese – Questa società fortemente voluta dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, e che con i fondi del Pnrr ha aggiudicato questa gara, purtroppo è uno di quegli impianti che il governo sta chiedendo di definanziare dal Pnrr e dovrà chiedere all’Unione Europea la possibilità di deninfiziarla per finanziarla in altro modo”.

Il presidente Emiliano ha annunciato la richiesta formulata all’Unione Europea di non consentire questo definanziamento. “Dal mio punto di vista l’Ue stessa si gioca la faccia e soprattutto perché è la misura dell’impegno europeo per cambiare il senso tecnologico per la produzione dell’acciaio. – Conclude – E la fine dei lavori è per il 2026 in perfetta linea con le date di rendicontazione del Pnrr e non c’è nessuna ragione per definanziare o ritardarne l’esecuzione. Il timore è che il governo in carica non abbia la stessa sensibilità del governo Draghi e siamo molto preoccupati”.

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