mercoledì 5 Febbraio 25

Ex Ilva: “Valutazione del danno sanitario passa nelle mani dell’azienda”

Il nuovo decreto solleva polemiche per il conflitto di interessi, mettendo in discussione la trasparenza e la sicurezza per la salute pubblica. Giustizia per Taranto chiede un intervento indipendente

L’ultimo decreto governativo sull’ex Ilva di Taranto sta sollevando forti polemiche nella città pugliese. La novità più controversa riguarda la Valutazione del danno sanitario (Vds), che viene ora affidata direttamente ai gestori dello stabilimento siderurgico, in quello che appare come un paradossale conflitto di interessi.

Secondo quanto previsto dal nuovo decreto, la VDS dovrà essere aggiornata con cadenza decennale, basandosi sulle più recenti evidenze scientifiche e partendo da una revisione del decreto del 2013. L’azienda sarà tenuta a presentare un rapporto sul danno sanitario ogni volta che richiederà il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia).

Il ruolo dell’Istituto superiore di sanità (Iss) risulta fortemente limitato: l’ente avrà solo 30 giorni per verificare i dati forniti dall’azienda, senza reali poteri decisionali e senza possibilità di effettuare successivi controlli sulle eventuali criticità riscontrate.

Giustizia per Taranto, associazione in prima linea nella battaglia per la tutela ambientale, denuncia come questa decisione rappresenti un pericoloso precedente: affidare la valutazione del danno sanitario allo stesso soggetto che produce l’inquinamento equivale a compromettere l’obiettività dei dati, considerando che l’azienda potrebbe essere tentata di minimizzare l’impatto delle proprie attività per evitare restrizioni produttive.

L’associazione sottolinea come sarebbe invece necessario istituire una VDS realmente indipendente, gestita da enti pubblici, con un ISS dotato di effettivi poteri di intervento, in grado di bloccare le autorizzazioni in caso di rischi accertati per la salute pubblica. Il principio fondamentale dovrebbe essere la prevenzione del danno sanitario, non la sua mera contabilizzazione a posteriori.

“Il governo continua a proteggere l’industria prima delle persone. Questo è il decreto più grave che Taranto abbia mai subito – contesta l’associazione – Taranto, alza la testa subito, prima che sia troppo tardi”.

Articoli Correlati