domenica 22 Dicembre 24

Giochi pericolosi

La nota dei ministri Fitto e Abodi, di fatto, già commissaria i Giochi del Mediterraneo che si terranno nel 2026. Un evento internazionale di questa portata necessita di competenze amministrative, capacità di programmazione, visone strategica che non puoi improvvisare dall’oggi al domani

Fare a Taranto quanto già fatto a Milano e Cortina. Commissariare i Giochi del Mediterraneo al pari di quelli invernali. Il Governo sembrerebbe non avere più dubbi a tal proposito. Anche le ultime resistenze, insomma, sarebbero venute meno. L’opportunità dei mesi scorsi si è trasformata, con il passare delle ore, in necessità. Senza un’azione rapida – e risolutiva – l’appuntamento del 2026 rischia di saltare. E, con esso, i sogni di gloria a lungo coltivati dal capoluogo jonico. Qualcosa da fare arrossire e perdere, per la vergogna, la faccia all’Italia: protesa nel ricercare un protagonismo perduto nell’area d’influenza del Mare Nostrum. Meloni si è convita ad intervenire. Roma non si fida più di Bari e Taranto. La nota dei ministri Fitto e Abodi, con la quale si stigmatizza l’ennesimo masterplan incerto e lacunoso, con cifre gonfiate e impianti depennati, è come se di fatto commissariasse già l’evento tarantino. Una sorta di lettera di sfratto prima che lo sfratto diventi esecutivo. L’avviso ai naviganti di mettersi in salvo perché la nave sta affondando a causa della loro inadeguatezza. Più che Giochi del Mediterraneo questi sembrano giochi pericolosi, con gli attori sin qui coinvolti non all’altezza del compito loro assegnato. Un evento internazionale di questa portata necessità di competenze amministrative, capacità di programmazione, visone strategica che non puoi improvvisare dall’oggi al domani. Tra una conferenza stampa afona e un viaggio nella capitale con l’auto blu. Una sortita populista e le balbuzie permalose di una politica autoproclamatasi grande pur restando piccola. Fossimo nei panni di Emiliano, Melucci e Sannicandro saremmo contenti del commissariamento. Lo auspicheremmo a gran voce. Sempre meglio l’onta che la sconfitta, il risultato comunque riacciuffato per i capelli che l’agonia senza tempo dei passi malfermi. Dei circa 282 milioni che serviranno per organizzare i Giochi, mancano all’appello quelli che avrebbero dovuto tirare fuori dalle proprie tasche gli enti locali – cioè Regione e Comune – per un importo di 142 milioni. Unitamente ai 20 milioni di apporto finanziario promesso dai privati. Lo Stato dovrà impegnare i 150 milioni che non ci sono (gli stessi, più o meno, che servirebbero per completare l’ospedale San Cataldo). Si dice pronto a farlo. Anche domattina, se fosse necessario. Pone una sola condizione: cambiare allenatore e squadra a gara in corso. Che figura di merda!

 

 

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